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La Chiesa di San Francesco da Paola in piazza del Plebiscito


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  • Interno della Chiesa

    Interno della Chiesa

  • Chiesa di San Francesco da Paola
Uno dei monumenti religiosi più rappresentativi di Napoli
La chiesa di San Francesco da Paola risale al periodo compreso tra fine settecento e metà ottocento e ripete lo stilema neoclassico, in sintonia con la sensibilità ed il gusto architettonico all'epoca della sua progettazione e realizzazione. 
Disegnata in stile neoclassico da Pietro Bianchi (1787-1840), la chiesa di S.Francesco da Paola, fu voluta nel 1817 da Ferdinando I di Borbone, come «ex voto», per aver ricuperato il Regno. I lavori della Basilica durarono circa 30 anni, terminati dagli allievi e prosecutori di Bianchi, nel 1846. Ma San Francesco visse a Napoli molto tempo prima, nel 400. Paola è un piccolo centro della Calabria, non troppo lontano dalla Campania. Francesco viveva lì e fu invitato a Napoli nel 1481 dal re Ferrante I D'Aragona, sotto l'insistenza della famiglia reale francese. Alloggiato in una stanzetta ancora esistente nella Reggia di Castelnuovo, Francesco fu ricevuto dal re il quale lo pregò di fondare un convento in Napoli. Il Santo scelse un luogo isolato e solitario dal quale si potesse guardare il mare: le pendici settentrionali del monte Echia (l'odierna zona di Monte di Dio e Santa Lucia), che tra l'altro non doveva essere un posto così sicuro perché frequentato da malfattori di varia tacca. Il frate inoltre profetò che questo luogo sarebbe divenuto in breve il centro più importante e popolato non solo di tutta Napoli ma del Regno intero. Il Convento fu costruito e accanto ad esso fu sistemata una Chiesa dedicata a S. Luigi.

Il miracolo di San Francesco da Paola - Durante i lavori furono innumerevoli le elemosine che provenivano dal popolo. Insieme a queste anche una generosa somma da parte del Re. Si dice che Francesco abbia sempre rifiutato e respinto le monete d'oro in elemosina poichè egli avrebbe confessato a sua maestà di preferire le elemosine fatte con danaro proprio e non quelle fatte col sangue della povera gente. A questo punto, il Re, stupito e sorpreso delle parole di Francesco, gli chiese delucidazioni e chiarimenti: il frate prese una moneta d'oro dalle elemosine del popolo e la divise in due: dalla divisione iniziò a fluire sangue. Questo episodio è rappresentato in una tela conservata nella Chiesa di S. Sebastiano Martire nel Maschio Angioino.