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Necropoli ellenistica di Napoli


| In città
  • Ipogeo dei Melograni

    Ipogeo dei Melograni

  • Ipogeo dei Togati
Una Napoli segreta, nelle profondità del sottosuolo tufaceo
Il tufo è un materiale che è riuscito a conservare le tracce del millenario passato partenopeo. Sono molti gli ipogei ellenistici, che è possibile visitare e i principali si trovano tra via Arena alla Sanità, via Santa Maria Antesaecula, via Vergini, via Cristallini, via Foria e vico Traetta. I sarcofagi del sepolcreto di via Cristallini mostrano delle pitture riconducibili alla cultura egizia, ma ve ne sono anche altri dipinti e scolpiti con colori vivaci, che circondano le tombe alessandrine, macedoni ed anatoliche. A circa 5 metri sotto il livello stradale, in corrispondenza di via Santa Maria Antesaecula, si scoprirono alcune tombe “a camera”. Fa parte di quest'antica area extramoenia di Neapolis, un altorilievo denominato “Ipogeo dei Togati”, perché rappresenta una scena di commiato funebre, i cui protagonisti sono una fanciulla ed un ragazzo, che indossa la toga.
Attualmente è possibile visitare parte dell’Ipogeo dei Togati ed anche il vicino “Ipogeo dei Melograni”, così definito per la presenza di una cornice affrescata raffigurante dei melograni, un tipico frutto funebre.

Tra le meno note c’è la Necropoli Ellenistica di Neapolis, ubicata nel quartiere Sanità, in un’area compresa nel perimetro che l' UNESCO ha classificato come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Nel IV secolo a.C, l’area dei Vergini-Sanità fu destinata dagli antichi greci alla realizzazione della necropoli cittadina, un progetto ampliato con la realizzazione, in epoca postuma, dei complessi catacombali di San Gaudioso e di San Gennaro, oltre alla cava destinata a ossario, famosa come Cimitero delle Fontanelle. Intagliati nella collina di Capodimonte, sommersi da 8-12 metri di materiale alluvionale, questi monumenti funebri costituiscono un prezioso patrimonio dal forte impatto emotivo, ancora oggi non completamente conosciuto.

Tali reperti sono custoditi con cura da Carlo Leggieri, che fondò nel 2001 l’Associazione culturale Celanapoli; quest’ultima è dedita proprio al recupero, alla valorizzazione e alla fruizione degli ipogei funerari ellenistici della città di Napoli.