Sale con linee meridiane
| In città
Le meridiane tra segni zodiacali e costellazioni
L’astronomia a volte diventa una vera e propria opera d’arte. A tal proposito scopriamo insieme due grandi meridiane presenti nella città di Napoli, la prima all'interno della Certosa di San Martino e l’altra nel Museo Archeologico Nazionale.
Il Gran Salone della Meridiana, presente all'interno del Museo archeologico Nazionale di Napoli fu ricavato da un edificio cinquecentesco rimasto incompiuto. La volta è decorata con un affresco di Pietro Bardellino, dipinto in onore di Re Ferdinando IV e di sua moglie Maria Carolina d’Austria, considerati protettori delle arti. La sala deve il nome alla meridiana collocata sul pavimento, che fu disegnata da Pompeo Schiantarelli; essa è composta da un listello di ottone tra riquadri di marmo nei quali sono incastonati medaglioni dipinti, ognuno dei quali raffigura uno dei dodici segni dello zodiaco. A mezzogiorno locale, la luce del sole, penetrando dal foro dello gnomone collocato in alto nell'angolo Sud-Ovest, cade sulla linea meridiana del pavimento, percorrendola in base alle stagioni.
Un’altra favolosa meridiana è presente nella Biblioteca del Quarto del Priore, all'interno della maestosa Certosa di San Martino; essa è adagiata su un pavimento maiolicato su cui sono disegnate le costellazioni visibili nel cielo di Napoli. Il nome e la funzione di questa linea meridiana sono esplicitati nell'incisione presente nell'ellisse del Tropico del Capricorno. In pratica la scritta indicherebbe la possibilità di osservare anche le stelle fisse che transitano al meridiano su un arco di sfera celeste compreso tra lo zenit e 64° 30’. Il frontespizio della meridiana è al contempo semplice ma ricco di dettagli sapientemente definiti dall’abate Rocco Bovi, il costruttore probabilmente autoritratto con il volto stilizzato sull'estremità superiore della linea. Quest’ultima è adornata da due colonne stile classico rappresentate dalle due fasce bronzee che portano incise informazioni calendariali, sormontate da un arco che delimita la parte finale.
Il Gran Salone della Meridiana, presente all'interno del Museo archeologico Nazionale di Napoli fu ricavato da un edificio cinquecentesco rimasto incompiuto. La volta è decorata con un affresco di Pietro Bardellino, dipinto in onore di Re Ferdinando IV e di sua moglie Maria Carolina d’Austria, considerati protettori delle arti. La sala deve il nome alla meridiana collocata sul pavimento, che fu disegnata da Pompeo Schiantarelli; essa è composta da un listello di ottone tra riquadri di marmo nei quali sono incastonati medaglioni dipinti, ognuno dei quali raffigura uno dei dodici segni dello zodiaco. A mezzogiorno locale, la luce del sole, penetrando dal foro dello gnomone collocato in alto nell'angolo Sud-Ovest, cade sulla linea meridiana del pavimento, percorrendola in base alle stagioni.
Un’altra favolosa meridiana è presente nella Biblioteca del Quarto del Priore, all'interno della maestosa Certosa di San Martino; essa è adagiata su un pavimento maiolicato su cui sono disegnate le costellazioni visibili nel cielo di Napoli. Il nome e la funzione di questa linea meridiana sono esplicitati nell'incisione presente nell'ellisse del Tropico del Capricorno. In pratica la scritta indicherebbe la possibilità di osservare anche le stelle fisse che transitano al meridiano su un arco di sfera celeste compreso tra lo zenit e 64° 30’. Il frontespizio della meridiana è al contempo semplice ma ricco di dettagli sapientemente definiti dall’abate Rocco Bovi, il costruttore probabilmente autoritratto con il volto stilizzato sull'estremità superiore della linea. Quest’ultima è adornata da due colonne stile classico rappresentate dalle due fasce bronzee che portano incise informazioni calendariali, sormontate da un arco che delimita la parte finale.
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