Chi avrà fatto la pipì a piazza del Plebiscito a Napoli?
| In città
Le otto statue dei regnanti sono gli attori dello storico processo
I re che si sono succeduti sul trono di Napoli secolo dopo secolo, blasone dopo blasone, sono i protagonisti di un'increscioso episodio registratosi tanto tempo fa all'ingresso di Palazzo Reale.
Quante volte capita di passare e ripassare davanti alla facciata del Palazzo Reale? Un’infinità. Ma quante volte ci soffermiamo a guardare le statue della facciata se pur imponenti? Poche. In realtà quelle 8 statue che raffigurano i capostipiti delle dinastie dei sovrani del Regno di Napoli, non ci sono sempre state. Furono apposte in seguito al 1888, dopo l’apertura delle nicchie, per ragioni di sicurezza del palazzo, da Umberto I di Savoia.
Quindi un po’ anche per riempire quei vuoti, si decise di collocare le statue, in ordine cronologico rispetto alla dinastia. Si comincia con Ruggiero il Normanno per finire con Vittorio Emanuele II, la più grande in altezza, ma anche la più discussa, perché aggiunta per ultima dallo stesso sovrano che non fu mai re di Napoli, ma d’Italia.
Evidente anche la volontà da parte dei Savoia di occultare la dinastia dei Borbone. Infatti la statua di Carlo di Borbone venne incisa solo col nome di Carlo III, lasciando alludere ad una dinastia spagnola. Le statue però negli anni hanno assunto un altro e più “goliardico” significato per i napoletani, che non spiegandosi effettivamente la posizione e le diverse movenze assunte dalle statue (in realtà per ragioni scultoree) hanno dato origine ad una storiella, una discussione cominciata nel 1800 e alla quale ancora non si è riusciti a venire a capo.
Si dice che, Carlo V D’Asburgo indicando una pozza d’acqua a terra esclamò: “Chi ha fatto pipì per terra?” - Carlo III risponde: “Io non ne so niente”, mentre Gioacchino Murat ribatte: “Sono stato io e allora?” A questo punto interviene Vittorio Emanuele II che drasticamente, sguainando la spada esclama: “Ora te lo taglio!” Guardarle troppo da vicino in effetti non rende bene l’idea, bisogna spostarsi un po’ verso il centro della piazza, stando attenti a non essere travolti dagli "scugnizzi" che giocano a pallone. Come una striscia a fumetti la storiella si mostrerà davanti ai vostri occhi e vi ritroverete ad essere giudici del processo senza fine.
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