Cappella Palatina con gli affreschi di Giotto
| In città
Un castello che racchiude grandi capolavori d'arte
Il Maschio Angioino è stato adibito spesso come residenza temporanea per ospitare illustri personaggi recatesi a Napoli in visita ufficiale presso la corte reale. Tra le principali personalità di spicco si ricordano: Giovanni Boccaccio, Giotto, Papa Bonifacio VIII, Papa Celestino V e Francesco Petrarca.
In particolare, a Giotto venne affidato da re Carlo II d’Angiò l’incarico di affrescare la parete destra dell’unica navata della Cappella Palatina, nel 1330. Questi capolavori d’arte ritraevano le Storie del Vecchio e Nuovo Testamento; purtroppo gli affreschi di questo ciclo sono quasi interamente andati perduti, tranne una restante parte decorativa negli angoli delle finestre, decorate ai bordi con suggestivi motivi vegetali, opera di Maso di Banco e dei suoi collaboratori.
Questa cappella è diventata proprio famosa come dimora di Giotto, che affrescò anche la "Cappella Segreta", nota come Cappella parva, nel senso che ormai non esiste più, poiché fu distrutta in seguito al restauro del Maschio Angioino in età aragonese. Essa presumibilmente doveva trovarsi al fianco dell'Appartamento Reale. Potrebbe essere confusa con la Cappella San Martino, situata presso la Cappella Maggiore; oppure con la Cappella del Parco, dipinta da Pietro Orimina.
Il ciclo degli affreschi di Giotto risale all'epoca napoletana, in cui egli avrebbe poi anche realizzato un'Apocalisse all'interno della Basilica, presso il Monastero di Santa Chiara Vergine, in stretta collaborazione con il poeta Dante Alighieri,che era stato bandito da Firenze e per questo alloggiava nella città di Napoli.
In particolare, a Giotto venne affidato da re Carlo II d’Angiò l’incarico di affrescare la parete destra dell’unica navata della Cappella Palatina, nel 1330. Questi capolavori d’arte ritraevano le Storie del Vecchio e Nuovo Testamento; purtroppo gli affreschi di questo ciclo sono quasi interamente andati perduti, tranne una restante parte decorativa negli angoli delle finestre, decorate ai bordi con suggestivi motivi vegetali, opera di Maso di Banco e dei suoi collaboratori.
Questa cappella è diventata proprio famosa come dimora di Giotto, che affrescò anche la "Cappella Segreta", nota come Cappella parva, nel senso che ormai non esiste più, poiché fu distrutta in seguito al restauro del Maschio Angioino in età aragonese. Essa presumibilmente doveva trovarsi al fianco dell'Appartamento Reale. Potrebbe essere confusa con la Cappella San Martino, situata presso la Cappella Maggiore; oppure con la Cappella del Parco, dipinta da Pietro Orimina.
Il ciclo degli affreschi di Giotto risale all'epoca napoletana, in cui egli avrebbe poi anche realizzato un'Apocalisse all'interno della Basilica, presso il Monastero di Santa Chiara Vergine, in stretta collaborazione con il poeta Dante Alighieri,che era stato bandito da Firenze e per questo alloggiava nella città di Napoli.
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