Il Banco di Napoli
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Il Banco di Napoli, la banca del Meridione
Il Banco di Napoli oggi fa parte di un grande gruppo di banche e istituti finanziari, perdendo l'importanza che ha rappresentato per la città per circa cinque secoli.
L'istituzione del Banco di Napoli risale all'epoca dei cosiddetti "banchi pubblici dei luoghi pii", sorti nella città partenopea tra il 500 e il 600, in particolare nasce dal Monte di Pietà fondato nel 1539, per concedere prestiti su pegno senza interessi, dopo il quale ne vennero fondati altri sette in ogni zona della città.
Voluto dai regnanti di casa Borbone, fu inizialmente collocato in Palazzo San Giacomo (oggi sede del Comune), rappresentando un forte riferimento per la cittadinanza fino al diciannovesimo secolo. L'instabile clima politico durante tutto l'800 provocò continui cambi di nome e di struttura dell'Istituto che, dall'unificazione d'Italia e per più di sessanta anni, ha emesso moneta per il Regno d'Italia, funzione poi svolta dalla futura Banca d'Italia (1926). L'importanza dell'istituto bancario partenopeo si è ben evidenziata in cruciali passaggi della vita economica del paese.
Il Banco di Napoli ha infatti svolto un serio ruolo nello sviluppo del Mezzogiorno: ad esempio, a seguito della crisi di Wall Street del 1929, fu grazie al Banco che numerosi istituti di credito, casse e banche delle altre città meridionali furono salvate dal tracollo finanziario. Oggi, come detto, ha perso la sua centralità ed il ruolo di riferimento per il credito meridionale: è stato infatti integrato in un gruppo bancario che ne ha provocato l'immediata restrizione dell'operatività territoriale. Il Banco di Napoli opera oggi solo in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria (e nella filiale di Montecitorio a Roma), con un sensibile ridimensionamento delle filiali e dei dipendenti.
La sede storica del Banco si trova in via Toledo, di fronte ai vicoli che si perdono nei Quartieri Spagnoli. La ristrutturazione dell'edificio è avvenuta in epoca fascista e ne segue tutta l'estetica, soprattutto nel rigore marmoreo che dà vita alla monumentalità del suo aspetto. Le sue linee creano una continuità con il Palazzo delle Poste in piazza Matteotti, il Palazzo degli invalidi di guerra (Anmig), con la Stazione Marittima e idealmente con i volumi all'aperto della Mostra d'Olremare di Fuorigrotta. Il progetto venne affidato a Marcello Piacentini, affermato architetto ed urbanista durante gli anni 30. Al secondo piano dell'edificio si trova il salone delle assemblee con i suoi finestroni e il rivestimento con marmi provenienti dall'Etiopia. Anche la sede del Banco di Napoli è inserita nella categoria dei palazzi monumentali di Napoli, sebbene gli altri risalgano a periodi più in là nel tempo. Uno di questi ad esempio è il cinquecentesco Palazzo Stigliano Zevallos, che fra le varie è sede della Banca Commerciale (come del resto numerosi edifici storici italiani). Si trova proprio accanto all'ingresso del Banco di Napoli, di fronte alla stazione della Funicolare Centrale. E come questo ce ne sono tanti altri in zona. Un consiglio: quando vi aggirate nel groviglio di vicoli dei Quartieri Spagnoli (o di altri antichi quartieri di Napoli, come la Sanità), volgete lo sguardo in alto per rendervi conto, attraverso le facciate e i blasoni dei palazzi, di come doveva scorrere la vita in questi luoghi, anni e anni fa.
Voluto dai regnanti di casa Borbone, fu inizialmente collocato in Palazzo San Giacomo (oggi sede del Comune), rappresentando un forte riferimento per la cittadinanza fino al diciannovesimo secolo. L'instabile clima politico durante tutto l'800 provocò continui cambi di nome e di struttura dell'Istituto che, dall'unificazione d'Italia e per più di sessanta anni, ha emesso moneta per il Regno d'Italia, funzione poi svolta dalla futura Banca d'Italia (1926). L'importanza dell'istituto bancario partenopeo si è ben evidenziata in cruciali passaggi della vita economica del paese.
Il Banco di Napoli ha infatti svolto un serio ruolo nello sviluppo del Mezzogiorno: ad esempio, a seguito della crisi di Wall Street del 1929, fu grazie al Banco che numerosi istituti di credito, casse e banche delle altre città meridionali furono salvate dal tracollo finanziario. Oggi, come detto, ha perso la sua centralità ed il ruolo di riferimento per il credito meridionale: è stato infatti integrato in un gruppo bancario che ne ha provocato l'immediata restrizione dell'operatività territoriale. Il Banco di Napoli opera oggi solo in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria (e nella filiale di Montecitorio a Roma), con un sensibile ridimensionamento delle filiali e dei dipendenti.
Il Palazzo del Banco di Napoli
La sede storica del Banco si trova in via Toledo, di fronte ai vicoli che si perdono nei Quartieri Spagnoli. La ristrutturazione dell'edificio è avvenuta in epoca fascista e ne segue tutta l'estetica, soprattutto nel rigore marmoreo che dà vita alla monumentalità del suo aspetto. Le sue linee creano una continuità con il Palazzo delle Poste in piazza Matteotti, il Palazzo degli invalidi di guerra (Anmig), con la Stazione Marittima e idealmente con i volumi all'aperto della Mostra d'Olremare di Fuorigrotta. Il progetto venne affidato a Marcello Piacentini, affermato architetto ed urbanista durante gli anni 30. Al secondo piano dell'edificio si trova il salone delle assemblee con i suoi finestroni e il rivestimento con marmi provenienti dall'Etiopia. Anche la sede del Banco di Napoli è inserita nella categoria dei palazzi monumentali di Napoli, sebbene gli altri risalgano a periodi più in là nel tempo. Uno di questi ad esempio è il cinquecentesco Palazzo Stigliano Zevallos, che fra le varie è sede della Banca Commerciale (come del resto numerosi edifici storici italiani). Si trova proprio accanto all'ingresso del Banco di Napoli, di fronte alla stazione della Funicolare Centrale. E come questo ce ne sono tanti altri in zona. Un consiglio: quando vi aggirate nel groviglio di vicoli dei Quartieri Spagnoli (o di altri antichi quartieri di Napoli, come la Sanità), volgete lo sguardo in alto per rendervi conto, attraverso le facciate e i blasoni dei palazzi, di come doveva scorrere la vita in questi luoghi, anni e anni fa.
L'Archivio Storico del Banco di Napoli
L’Archivio storico del Banco di Napoli è una fondazione che conserva il patrimonio cartaceo del Banco. Questo patrimonio rappresenta la trascrizione di tutte le transizioni avvenute dalla fondazione fino a qualche decennio fa.-
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