Le 9 Porte più antiche di Napoli
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Un giro tra le porte più antiche della città di Napoli
Tra le porte più importanti del capoluogo partenopeo ci sono: Porta di Costantinopoli, Porta Capuana, Porta Carbonara, Porta del Carmine, Porta Medina, Porta Nolana, Port’Alba, Porta San Gennaro e Porta del Santo Spirito.
La Porta di Costantinopoli era in linea con l’attuale Conservatorio di San Pietro a Majella in luogo della vecchia porta Puteolana. Alcune famiglie nobili vennero a prendere domicilio nel quartiere e quella del Duca d'Orso, fu celebre per aver conferito il soprannome Donnorso oppure Orsitana alla porta.
Al tempo di Carlo II d'Angiò la porta fu rinominata porta di Santo Antonello, mentre durante il viceregno spagnolo fu collocata all'inizio di Via Costantinopoli dalla quale assunse il nome definitivo. In seguito alla demolizione fu posta una lapide, che oggi purtroppo è andata perduta.
La Porta Capuana, in stile rinascimentale, prende il nome dall'essere orientata in direzione della città di Capua, alle spalle di Castel Capuano; essa è formata da un arco bianco in marmo finemente decorato da bassorilievi, con ai lati due torri, simboleggianti l'onore e la virtù. Al centro vi è inciso la stemma di Carlo V, per testimoniare l’avvento della monarchia spagnola.
La Porta Carbonara (o Porta di Santa Sofia)ha un nome derivante dal fatto che nelle sue vicinanze, vi era un luogo “il carbonarius”, corrispondente all'attuale via Carbonara; in questa zona venivano inceneriti i rifiuti. La porta fu abbattuta quando Don Pedro di Toledo promosse l'allargamento delle mura e al suo posto si costruì un ponte per superare il fossato: Pontenuovo.
La Porta del Carmine, detta Portanova o Porta del Mercato, da non confondere con il Vado del Carmine ancora presente attualmente a Via Marina.
La porta era posta nei pressi del sedile di Portanova, da cui derivava il nome. Vi erano due torri che cingevano il fornice, chiamate Fedelissima e Vittoria e quella destra fu annessa alla struttura del Forte del Carmine. Un affresco di Mattia Preti ornava la porta, con raffigurazione della peste e la Vergine con i santi e la Gloria degli angeli. Il bassorilievo è oggi conservato al Museo di San Martino.
La Porta Medina sorgeva all'inizio di Piazza Montesanto; dalla demolizione si salvarono gli stemmi e l'epigrafe dedicatoria, conservati prima al Museo Archeologico Nazionale e poi al Museo di San Martino. Il busto di San Gaetano di Thiene e l'iscrizione che ne ricordava l'opera di purificazione e difesa dall'epidemia di peste furono conservati nella sacrestia della chiesa di Santa Maria delle Grazie in Montesanto.
La Porta Nolana è da sempre stata situata in piazza Nolana ed è stata realizzata in stile rinascimentale; essa si presenta con un arco in marmo incastonato tra le due torri in piperno: Torre della Fede a sud e Torre della Speranza a nord. Sulla parte superiore sono stati scolpiti tre stemmi che raffigurano le armi aragonesi e le armi angioine, le fasce di Francia e della casa d'Angiò, i gigli e la città di Gerusalemme e gli scudi sannitici. Fu chiamata così perché da lì partiva una via, che conduceva verso il borgo antico della città di Nola.
Port’Alba è ubicata sul lato sinistro dell’emiciclo di Piazza Dante e prende il nome da Don Antonio Álvarez de Toledo, duca d'Alba. La porta fu decorata con tre stemmi regali: uno di Filippo III, uno della città di Napoli e uno del Viceré Don Pedro de Toledo. La porta permette l'accesso all'omonima via port'Alba, conosciuta per le sue numerose librerie antiquarie e i cui edifici del Settecento. Entrati dentro l'antica porta, a pochi metri inizia il decumano maggiore ed esso rappresenta uno snodo fondamentale, perché congiunge piazza Dante con piazza Bellini.
Porta San Gennaro è la più antica porta di Napoli, menzionata già in documenti risalenti all'anno 928, quando c’era il pericolo che i pirati Saraceni invadessero la città. Il nome derivava dal fatto che da qui partiva l’unica strada che conduceva alle Catacombe di San Gennaro; essa veniva anche detta “del tufo”, perché da lì entravano i grandi blocchi di tufo provenienti dalle cave del vallone della Sanità. Attualmente si trova su via Foria, di fronte a Piazza Cavour, e nei suoi pressi sorge la Chiesa di San Francesco dei Cocchieri.
La Porta dello Spirito Santo risale ad epoca classica, eretta sul decumano inferiore. La sua presenza è testimoniata dagli scavi archeologici che hanno portato alla luce i resti dell'antica Porta Cumana che sorgeva nell'area dell'attuale piazza San Domenico Maggiore. In un primo momento la denominazione fu porta Reale, talvolta con la specificazione nuova per distinguerla dalla vecchia; successivamente all'apertura della basilica dello Spirito Santo fu chiamata comunemente Porta dello Spirito Santo, ma purtroppo oggi non esiste più.
La Porta di Costantinopoli era in linea con l’attuale Conservatorio di San Pietro a Majella in luogo della vecchia porta Puteolana. Alcune famiglie nobili vennero a prendere domicilio nel quartiere e quella del Duca d'Orso, fu celebre per aver conferito il soprannome Donnorso oppure Orsitana alla porta.
Al tempo di Carlo II d'Angiò la porta fu rinominata porta di Santo Antonello, mentre durante il viceregno spagnolo fu collocata all'inizio di Via Costantinopoli dalla quale assunse il nome definitivo. In seguito alla demolizione fu posta una lapide, che oggi purtroppo è andata perduta.
La Porta Capuana, in stile rinascimentale, prende il nome dall'essere orientata in direzione della città di Capua, alle spalle di Castel Capuano; essa è formata da un arco bianco in marmo finemente decorato da bassorilievi, con ai lati due torri, simboleggianti l'onore e la virtù. Al centro vi è inciso la stemma di Carlo V, per testimoniare l’avvento della monarchia spagnola.
La Porta Carbonara (o Porta di Santa Sofia)ha un nome derivante dal fatto che nelle sue vicinanze, vi era un luogo “il carbonarius”, corrispondente all'attuale via Carbonara; in questa zona venivano inceneriti i rifiuti. La porta fu abbattuta quando Don Pedro di Toledo promosse l'allargamento delle mura e al suo posto si costruì un ponte per superare il fossato: Pontenuovo.
La Porta del Carmine, detta Portanova o Porta del Mercato, da non confondere con il Vado del Carmine ancora presente attualmente a Via Marina.
La porta era posta nei pressi del sedile di Portanova, da cui derivava il nome. Vi erano due torri che cingevano il fornice, chiamate Fedelissima e Vittoria e quella destra fu annessa alla struttura del Forte del Carmine. Un affresco di Mattia Preti ornava la porta, con raffigurazione della peste e la Vergine con i santi e la Gloria degli angeli. Il bassorilievo è oggi conservato al Museo di San Martino.
La Porta Medina sorgeva all'inizio di Piazza Montesanto; dalla demolizione si salvarono gli stemmi e l'epigrafe dedicatoria, conservati prima al Museo Archeologico Nazionale e poi al Museo di San Martino. Il busto di San Gaetano di Thiene e l'iscrizione che ne ricordava l'opera di purificazione e difesa dall'epidemia di peste furono conservati nella sacrestia della chiesa di Santa Maria delle Grazie in Montesanto.
La Porta Nolana è da sempre stata situata in piazza Nolana ed è stata realizzata in stile rinascimentale; essa si presenta con un arco in marmo incastonato tra le due torri in piperno: Torre della Fede a sud e Torre della Speranza a nord. Sulla parte superiore sono stati scolpiti tre stemmi che raffigurano le armi aragonesi e le armi angioine, le fasce di Francia e della casa d'Angiò, i gigli e la città di Gerusalemme e gli scudi sannitici. Fu chiamata così perché da lì partiva una via, che conduceva verso il borgo antico della città di Nola.
Port’Alba è ubicata sul lato sinistro dell’emiciclo di Piazza Dante e prende il nome da Don Antonio Álvarez de Toledo, duca d'Alba. La porta fu decorata con tre stemmi regali: uno di Filippo III, uno della città di Napoli e uno del Viceré Don Pedro de Toledo. La porta permette l'accesso all'omonima via port'Alba, conosciuta per le sue numerose librerie antiquarie e i cui edifici del Settecento. Entrati dentro l'antica porta, a pochi metri inizia il decumano maggiore ed esso rappresenta uno snodo fondamentale, perché congiunge piazza Dante con piazza Bellini.
Porta San Gennaro è la più antica porta di Napoli, menzionata già in documenti risalenti all'anno 928, quando c’era il pericolo che i pirati Saraceni invadessero la città. Il nome derivava dal fatto che da qui partiva l’unica strada che conduceva alle Catacombe di San Gennaro; essa veniva anche detta “del tufo”, perché da lì entravano i grandi blocchi di tufo provenienti dalle cave del vallone della Sanità. Attualmente si trova su via Foria, di fronte a Piazza Cavour, e nei suoi pressi sorge la Chiesa di San Francesco dei Cocchieri.
La Porta dello Spirito Santo risale ad epoca classica, eretta sul decumano inferiore. La sua presenza è testimoniata dagli scavi archeologici che hanno portato alla luce i resti dell'antica Porta Cumana che sorgeva nell'area dell'attuale piazza San Domenico Maggiore. In un primo momento la denominazione fu porta Reale, talvolta con la specificazione nuova per distinguerla dalla vecchia; successivamente all'apertura della basilica dello Spirito Santo fu chiamata comunemente Porta dello Spirito Santo, ma purtroppo oggi non esiste più.
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