Basilica di San Paolo Maggiore
| In città
Una basilica costruita sui resti di un tempio greco
La Basilica di San Paolo Maggiore si trova a Piazza San Gaetano, nel centro storico di Napoli. Questa basilica monumentale fu costruita sui resti del tempio dei Dioscuri (Castore e Polluce), di cui restano soltanto due colonne di ordine corinzio con annessi gli architravi, caratterizzanti la facciata.
La Basilica subì molti danni in seguito ad un bombardamento aereo degli alleati, ma nel 1962 sono partiti i lavori di ristrutturazione, da cui scavi sono stati rinvenuti resti del primitivo tempio e anche un cimitero, oggi visitabili tramite l'accesso da una porta posta sotto le scalinate principali della basilica che conducono alla chiesa del Santissimo Crocifisso.
Adiacenti al convento ci sono i due monumentali chiostri di San Paolo Maggiore: il chiostro grande, situato alle spalle dell'abside, costituisce l'archivio notarile di Napoli, custodendo i protocolli notarili della città dal XVIII secolo ad oggi.
Più particolare è il chiostro piccolo con una pianta quadrata, al cui centro è presente un pozzo che, secondo una leggenda popolare, custodiva l’acqua più fresca di tutta la città; questa antica credenza è collegata al culto greco dei Dioscuri. Si narra che Zeus concepì Castore e Polluce e poi si trasformò insieme a Leda in un cigno: un uccello d’acqua, dalla potenza guaritrice. Quando Castore fu ucciso, Polluce chiese al padre di infliggere anche a lui lo stesso destino, ma poi pensò di rinunciare a metà della propria immortalità in favore del fratello defunto, cosicché sarebbero vissuti in simbiosi per l’eternità, sospesi tra l’Olimpo e il regno dei morti.
Il soffitto della struttura, danneggiato dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, conserva solo gli affreschi raffiguranti Pietro e Paolo e quello rappresentante la vittoria dei napoletani sui saraceni, realizzati entrambi da Massimo Stanzione. Furono rinvenute anche due nicchie con i busti dei gemelli di Zeus, attualmente esposte al Museo Archeologico Nazionale; dal lato sinistro della basilica, si può accedere al suggestivo percorso di Napoli Sotterranea, per scoprire i segreti che si celano nel ventre della città partenopea.
La Basilica subì molti danni in seguito ad un bombardamento aereo degli alleati, ma nel 1962 sono partiti i lavori di ristrutturazione, da cui scavi sono stati rinvenuti resti del primitivo tempio e anche un cimitero, oggi visitabili tramite l'accesso da una porta posta sotto le scalinate principali della basilica che conducono alla chiesa del Santissimo Crocifisso.
Adiacenti al convento ci sono i due monumentali chiostri di San Paolo Maggiore: il chiostro grande, situato alle spalle dell'abside, costituisce l'archivio notarile di Napoli, custodendo i protocolli notarili della città dal XVIII secolo ad oggi.
Più particolare è il chiostro piccolo con una pianta quadrata, al cui centro è presente un pozzo che, secondo una leggenda popolare, custodiva l’acqua più fresca di tutta la città; questa antica credenza è collegata al culto greco dei Dioscuri. Si narra che Zeus concepì Castore e Polluce e poi si trasformò insieme a Leda in un cigno: un uccello d’acqua, dalla potenza guaritrice. Quando Castore fu ucciso, Polluce chiese al padre di infliggere anche a lui lo stesso destino, ma poi pensò di rinunciare a metà della propria immortalità in favore del fratello defunto, cosicché sarebbero vissuti in simbiosi per l’eternità, sospesi tra l’Olimpo e il regno dei morti.
Il soffitto della struttura, danneggiato dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, conserva solo gli affreschi raffiguranti Pietro e Paolo e quello rappresentante la vittoria dei napoletani sui saraceni, realizzati entrambi da Massimo Stanzione. Furono rinvenute anche due nicchie con i busti dei gemelli di Zeus, attualmente esposte al Museo Archeologico Nazionale; dal lato sinistro della basilica, si può accedere al suggestivo percorso di Napoli Sotterranea, per scoprire i segreti che si celano nel ventre della città partenopea.
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