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Teatro Sancarluccio, 45 ma non li dimostra.


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  • Teatro Sancarluccio platea

    Teatro Sancarluccio platea

  • Teatro Sancarluccio
Cuore del centro borghese ottocentesco della città
Il Teatro Sancarluccio è un piccolo gioiello incastonato nel quartiere di Chiaia. E’ proprio qui, a ridosso di via dei Mille, proménade storica di Napoli che, nel 1972 nasce il Teatro Sancarluccio.
Dapprima come sede dei “Cabarinieri”, il popolare gruppo di cabaret dell’epoca, e ricavata da uno spazio espositivo di mobili antichi al piano terra del primo palazzo liberty di Napoli, il Teatro Sancarluccio è da 45 anni un punto fisso nel panorama dei palcoscenici partenopei.

Dal 1978 al 2013 è stato la sede stabile della Compagnia del Teatro Sancarluccio, ospitando il teatro in musica di Pina Cipriani e Franco Nico, artisti fondatori dello spazio. E non solo! Il Teatro Sancarluccio è stato anche un primo trampolino di supporto e sperimentazione di artisti eccellenti, primo fra tutti un giovanissimo Roberto Benigni che è registrato come prima scrittura del teatro.

Tra i primi teatri “off” (come si indicava all’epoca un tipo di teatro che per scelte artistiche e connotazioni architettoniche, uscisse dai canoni di convenzione riconosciuti), il Teatro Sancarluccio ben presto si mette in mostra come fucina di giovani talenti, da Leopoldo Mastelloni ed i suoi corrosivi personaggi “en travestie” fino al debutto della Smorfia con il trio Massimo Troisi, Lello Arena ed Enzo De Caro. Ma ancora: Mico Galdieri, Gennaro Palumbo, Nello Mascia, Ida Di Benedetto, Tato Russo, Renato Carpentieri, Silvio Orlando, Vincenzo Salemme, Marina Confalone, Lucia Poli, Laura Morante sono alcuni dei nomi eccellenti che la piccola sala di Chiaia (nemmeno 70 posti in elegante velluto verde) può vantare nella sua storia quarantennale.

Nel 2013 il Teatro Sancarluccio chiude per l’ultima volta il sipario sulla precedente gestione a causa della prematura scomparsa di uno dei due fondatori. Ma riapre fortunatamente i battenti quando, sfidando la crisi e i dinieghi di aiuti ministeriali, la famiglia Tabacchini con grande coraggio ne rileva la gestione rilanciandolo da allora nel panorama delle grandi stagioni cittadine.