Statua del Dio Nilo (il Corpo di Napoli)
| In città
Corpo di Napoli: significato simbolico e mitologico
La scultura marmorea (II - III Sec. d.C.) che raffigura il Dio Nilo, in città è meglio nota come “il Corpo di Napoli, ed è la testimonianza dei rapporti passati con l’Antico Egitto, infatti nella piazza omonima si stabilì fin dalla prima età imperiale una comunità di mercanti e marinai egiziani.
La statua del Dio Nilo, collocata nel Largo Corpo di Napoli, ossia nel cuore del centro storico, rappresenta la personificazione del dio Nilo, rappresentato come un vecchio che giace disteso sulle onde del fiume, seminudo, possente e muscoloso, con una barba lunga, simbolo di virilità e saggezza.
Egli è appoggiato con il braccio sinistro su una piccola sfinge e con la mano destra mantiene una cornucopia con fiori e altri simboli della fertilità, propria del fiume egizio di cui porta il nome; sotto i suoi piedi c’è un coccodrillo, animale sacro dell’Egitto.
A causa dell’assenza della testa, per un lungo periodo il significato dell’opera scultorea fu erroneamente interpretato: si pensò simboleggiasse la città madre che allatta i propri figli (in realtà si trattava di putti) e si attribuì così il mito della sirena Partenope, il cui culto alimentò la leggenda del “Corpo di Napoli”, da cui il nome “o' Cuorp ‘e Napule”. Oggi, dell’originale Statua del Nilo rimane ben poco della scultura dell'epoca imperiale romana, in quanto sono state apportate successive integrazioni nel corso dei secoli; le parti ancora originali sono: il busto, gli arti inferiori velati e il braccio e spalla sinistri del dio, le onde su cui si distende, il coccodrillo e la sfinge, meno che le relative teste.
Proprio di fronte alla divinità c'è un bar che custodisce una reliquia rarissima e davvero importante: un capello di Maradona, il calciatore argentino che ha fatto sognare i tifosi partenopei.
La statua del Dio Nilo, collocata nel Largo Corpo di Napoli, ossia nel cuore del centro storico, rappresenta la personificazione del dio Nilo, rappresentato come un vecchio che giace disteso sulle onde del fiume, seminudo, possente e muscoloso, con una barba lunga, simbolo di virilità e saggezza.
Egli è appoggiato con il braccio sinistro su una piccola sfinge e con la mano destra mantiene una cornucopia con fiori e altri simboli della fertilità, propria del fiume egizio di cui porta il nome; sotto i suoi piedi c’è un coccodrillo, animale sacro dell’Egitto.
A causa dell’assenza della testa, per un lungo periodo il significato dell’opera scultorea fu erroneamente interpretato: si pensò simboleggiasse la città madre che allatta i propri figli (in realtà si trattava di putti) e si attribuì così il mito della sirena Partenope, il cui culto alimentò la leggenda del “Corpo di Napoli”, da cui il nome “o' Cuorp ‘e Napule”. Oggi, dell’originale Statua del Nilo rimane ben poco della scultura dell'epoca imperiale romana, in quanto sono state apportate successive integrazioni nel corso dei secoli; le parti ancora originali sono: il busto, gli arti inferiori velati e il braccio e spalla sinistri del dio, le onde su cui si distende, il coccodrillo e la sfinge, meno che le relative teste.
Proprio di fronte alla divinità c'è un bar che custodisce una reliquia rarissima e davvero importante: un capello di Maradona, il calciatore argentino che ha fatto sognare i tifosi partenopei.
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