Napoli segreta: i castelli del mistero
| In città
La storia di Napoli nei castelli che nascondono leggende, superstizioni e storie
Queste sono celate all'interno dei castelli e vicoli dove neanche il sole riesce a penetrare. Facciamo luce sui protagonisti e sui luoghi.
I castelli di Napoli hanno ospitato eventi mondani, mostre dedicate a pochi eletti ma sono stati anche teatro di vicende mai svelate al popolo. Quelle pareti inaccessibili e abitate dai discendenti di antichi casati sono diventate lo scenario ideale delle tante leggende inventate da autori più o meno noti che hanno vissuto a Napoli nel corso dei secoli, uno degli ultimi è Eduardo De Filippo con la commedia Questi fantasmi.
I racconti tramandati dovevano andare oltre le superstizioni e credenze popolari, il genere fantasy non esisteva e gli autori dovevano spremere le meningi nel mettere insieme: luoghi comuni e folklore con luoghi e persone reali. Le leggende che scaturivano erano a tratti poco credibili ma erano anche l'unico modo per divulgare e tramandare fatti veri raggirando la censura dei poteri forti dell'epoca.
Andiamo a scoprire quali storie ci nasconde la Napoli segreta, partendo da quelle più recenti.
In un palazzo di via Giambattista Vico, devoluto al Santuario della Madonna di Pompei, diversi inquilini dichiarano di vedere mobili che si spostano da sé e fantasmi di persone prive di gambe. Addirittura alcuni abitanti di un condominio del corso Garibaldi dichiarano di vedere il fantasma di un uomo decapitato, la cui testa appare tra le scale del palazzo.
Nel centro storico di Napoli, via Tribunali 362, troviamo il Palazzo Spinelli, un edificio di rara bellezza architettonica con oltre 500 anni storia alle spalle. La famiglia Spinelli come altre famiglie nobili dell'epoca, è entrata a far parte di una leggenda arrivata fino ai giorni nostri: il duca Spinelli, dal cuore nobile, decise di accogliere una bambina orfana di nome Bianca, la quale fu murata viva dalla duchessa. Di fronte alla gelosia omicida della nobile, la bambina dichiarò: Puoi farmi anche murare ma in buona o cattiva sorte mi vedrai. Da quel momento, si narra che tre giorni prima di un evento lieto o triste, lo spettro di Bianca si materializzava sulla balaustra del palazzo.
Il centro storico, in quanto tale è stato sede di tante storie dell'occulto, come quella del palazzo San Domenico,in piazza San Severo 9, le cui stanze furono macchiate dalla vergogna e dal sangue dei Venosa. La leggenda ci tramanda che Carlo Gesualdo, principe di Venosa, punì con il sangue l'infedeltà della moglie con Don Fabrizio Carafa d'Andria, facendoli murare vivi nella stanza della vergogna. La triste scoperta avvenne nel 1590 ma nei secoli le diverse famiglie che hanno abitato il palazzo hanno dichiarato di sentire, nelle notti tempestose, un grido di dolore che fa eco nel palazzo.
A Napoli centro, nel famoso Castel Capuano, in ricorrenza del 19 aprile lo spettro della [killer] Giuditta Guastamacchia continua ad aleggiare nel castello. Un fantasma molto resistente se si considera il mondo in cui fu ridotto il corpo di Giuditta: in base alla legge dell'epoca, Giuditta fu sia decapitata sia privata delle mani nella cella che la ospitava. Una morte truce, avvenuta nel 1800, che non ha impedito a Giuditta di passeggiare per i corridoi di Castel Capuano.
Cambiando quartiere, scopriamo che anche la collina di Posillipo ha fatto da sfondo a storie sanguinose di personaggi paranormali, uno di questi è la nobile Anna Carafa, detta Donn'Anna a Posillipo, la quale era tanto avvenente quanto sanguinaria:gli uomini che finivano nel suo letto erano prima amanti e poi vittime della sua mania omicida. Donn'Anna, infatti, dopo averli "amati" li buttava in un trabocchetto che sfociava in mare. Proprio dalle cavità marine, che si trovano nei pressi di Posillipo, alcuni pescatori dicono di aver sentito dei pianti e dei lamenti e anche in questo caso non mancano gli avvistamenti del fantasma di donn'Anna e di due uomini, probabilmente due sue amanti che non hanno mai abbandonato il luogo del delitto.
A Napoli, il luogo cult del mistero è la villa della Gaiola secondo alcuni un'isola maledetta che, in apparenza, è disabitata e abbandonata da un pezzo. In realtà, diversi pescatori raccontano di aver visto, in prossimità dell'isola, un fantasma senza volto. Anche qui c'è di mezzo una storia di tradimenti e sangue, infatti alcuni abitanti di Posillipo ipotizzano che si tratti della moglie del proprietario della villa, la quale scappò dall'isola dopo aver scoperto il tradimento del marito con la cognata ma non arrivò mai a destinazione, anzi il mare riportò sull'isola il cadavere della donna, probabilmente annegata. La triste vicenda si consumò negli anni '20 ma l'isola si è "guadagnata" la nomea di maledetta perché è stato al centro di altri misteri come il suicidio, nel 1955, dell'industriale Maurice Sandoz, che dopo aver visitato l'isola si ritirò in una clinica psichiatrica dove trascorse anche i suoi ultimi giorni.
Questi sono solo alcuni dei misteri di Napoli, un libro occulto in cui mancano diverse pagine. Se conosci qualche leggenda made in Naples, scrivicela.
I racconti tramandati dovevano andare oltre le superstizioni e credenze popolari, il genere fantasy non esisteva e gli autori dovevano spremere le meningi nel mettere insieme: luoghi comuni e folklore con luoghi e persone reali. Le leggende che scaturivano erano a tratti poco credibili ma erano anche l'unico modo per divulgare e tramandare fatti veri raggirando la censura dei poteri forti dell'epoca.
Andiamo a scoprire quali storie ci nasconde la Napoli segreta, partendo da quelle più recenti.
In un palazzo di via Giambattista Vico, devoluto al Santuario della Madonna di Pompei, diversi inquilini dichiarano di vedere mobili che si spostano da sé e fantasmi di persone prive di gambe. Addirittura alcuni abitanti di un condominio del corso Garibaldi dichiarano di vedere il fantasma di un uomo decapitato, la cui testa appare tra le scale del palazzo.
Nel centro storico di Napoli, via Tribunali 362, troviamo il Palazzo Spinelli, un edificio di rara bellezza architettonica con oltre 500 anni storia alle spalle. La famiglia Spinelli come altre famiglie nobili dell'epoca, è entrata a far parte di una leggenda arrivata fino ai giorni nostri: il duca Spinelli, dal cuore nobile, decise di accogliere una bambina orfana di nome Bianca, la quale fu murata viva dalla duchessa. Di fronte alla gelosia omicida della nobile, la bambina dichiarò: Puoi farmi anche murare ma in buona o cattiva sorte mi vedrai. Da quel momento, si narra che tre giorni prima di un evento lieto o triste, lo spettro di Bianca si materializzava sulla balaustra del palazzo.
Il centro storico, in quanto tale è stato sede di tante storie dell'occulto, come quella del palazzo San Domenico,in piazza San Severo 9, le cui stanze furono macchiate dalla vergogna e dal sangue dei Venosa. La leggenda ci tramanda che Carlo Gesualdo, principe di Venosa, punì con il sangue l'infedeltà della moglie con Don Fabrizio Carafa d'Andria, facendoli murare vivi nella stanza della vergogna. La triste scoperta avvenne nel 1590 ma nei secoli le diverse famiglie che hanno abitato il palazzo hanno dichiarato di sentire, nelle notti tempestose, un grido di dolore che fa eco nel palazzo.
A Napoli centro, nel famoso Castel Capuano, in ricorrenza del 19 aprile lo spettro della [killer] Giuditta Guastamacchia continua ad aleggiare nel castello. Un fantasma molto resistente se si considera il mondo in cui fu ridotto il corpo di Giuditta: in base alla legge dell'epoca, Giuditta fu sia decapitata sia privata delle mani nella cella che la ospitava. Una morte truce, avvenuta nel 1800, che non ha impedito a Giuditta di passeggiare per i corridoi di Castel Capuano.
Cambiando quartiere, scopriamo che anche la collina di Posillipo ha fatto da sfondo a storie sanguinose di personaggi paranormali, uno di questi è la nobile Anna Carafa, detta Donn'Anna a Posillipo, la quale era tanto avvenente quanto sanguinaria:gli uomini che finivano nel suo letto erano prima amanti e poi vittime della sua mania omicida. Donn'Anna, infatti, dopo averli "amati" li buttava in un trabocchetto che sfociava in mare. Proprio dalle cavità marine, che si trovano nei pressi di Posillipo, alcuni pescatori dicono di aver sentito dei pianti e dei lamenti e anche in questo caso non mancano gli avvistamenti del fantasma di donn'Anna e di due uomini, probabilmente due sue amanti che non hanno mai abbandonato il luogo del delitto.
A Napoli, il luogo cult del mistero è la villa della Gaiola secondo alcuni un'isola maledetta che, in apparenza, è disabitata e abbandonata da un pezzo. In realtà, diversi pescatori raccontano di aver visto, in prossimità dell'isola, un fantasma senza volto. Anche qui c'è di mezzo una storia di tradimenti e sangue, infatti alcuni abitanti di Posillipo ipotizzano che si tratti della moglie del proprietario della villa, la quale scappò dall'isola dopo aver scoperto il tradimento del marito con la cognata ma non arrivò mai a destinazione, anzi il mare riportò sull'isola il cadavere della donna, probabilmente annegata. La triste vicenda si consumò negli anni '20 ma l'isola si è "guadagnata" la nomea di maledetta perché è stato al centro di altri misteri come il suicidio, nel 1955, dell'industriale Maurice Sandoz, che dopo aver visitato l'isola si ritirò in una clinica psichiatrica dove trascorse anche i suoi ultimi giorni.
Questi sono solo alcuni dei misteri di Napoli, un libro occulto in cui mancano diverse pagine. Se conosci qualche leggenda made in Naples, scrivicela.