La farmacia degli Incurabili, Illuminismo Napoletano
| In città
Un sito unico che testimonia l'Illuminismo Napoletano del XVIII secolo
Annessa all’Ospedale degli Incurabili, la settecentesca farmacia all'interno dell'omonimo presidio ospedaliero del centro storico di Napoli, risale al 1700, quando fu progettata per sostituire l’antica spezieria cinquecentesca.
Oggi è un grande esempio dell'incontro fra cultura scientifica e umanistica a Napoli e testimonia l'adesione culturale e attiva della città all'epoca dei Lumi.
Disegnata dall’architetto Bartolomeo Vecchioni, la Farmacia degli Incurabii è costituita da un salone e una piccola sala laboratorio: le scaffalature ospitano albarelli ed idrie farmaceutiche, ampolle in vetro di Murano e vasi maiolicati dipinti. Non mancano affreschi come quelli che ornano il soffitto della Farmacia. La Farmacia storica degli Incurabili è anche la parte più mirabile e meglio conservata dell’antico complesso ospedaliero del regno. Dal punto di vista stilistico-architettonico, la Farmacia si pone tra barocco e roccocò e, a quel tempo, ha rappresentato un'intrigante luogo per l’élite scientifica dell’Illuminismo napoletano.
Insomma doveva trattarsi di una vera e propria farmacia moderna, incastonata in un complesso di saloni e gradinate in marmo, pavimenti maiolicati e intagli dorati, sculture in bronzo e raffinati arredi in legno di noce. Le nicchie contengono vasi e ampolle in vetro con all'interno residui di prodotti farmaceutici. Alcuni di questi sono accompagnati dall'originale cartiglio indicante il preparato farmaceutico contenuto: non tutti corrispondono a quelli inscritti nel ricettario. Si tratta infatti di preparati di origine minerale o animale che testimoniano l'antica tradizione alchemica ed esoterica, prima della moderna svolta rappresentata in particolare da questa farmacia e in generale dai progressi scientifici e medici dell'epoca. La presenza di residui di natura alchemica si spiega forse con l'elevata domanda popolare a cui la Farmacia ha provveduto a rispondere: era infatti aperta anche agli esterni e non solo ai pazienti dell'ospedale.
In realtà la nascita della Farmacia stabilisce lo spartiacque tra la medicina illuministica e l’ospedale moderno, inteso come luogo di cura e non solo semplice ospizio. Nella Farmacia degli Incurabili l’impiego del farmaco chimico segna la grande conquista della medicina, fino ad allora spesso impotente davanti a certe malattie e imprevisti sviluppi di queste: grazie al farmaco il medico può finalmente combattere malattie molto diffuse e pericolose come la sifilide e altre infezioni veneree. In pratica, nell'avveniristica Farmacia degli Incurabili si decretò la fine delle preghiere come antidoto alle patologie e agli acciacchi d'ogni genere, e si iniziò, in assenza di antibiotici, a trattare con mezzi di cura finalmente appropriati ed efficaci i disturbi dei pazienti e degli ammalati di Napoli.
Disegnata dall’architetto Bartolomeo Vecchioni, la Farmacia degli Incurabii è costituita da un salone e una piccola sala laboratorio: le scaffalature ospitano albarelli ed idrie farmaceutiche, ampolle in vetro di Murano e vasi maiolicati dipinti. Non mancano affreschi come quelli che ornano il soffitto della Farmacia. La Farmacia storica degli Incurabili è anche la parte più mirabile e meglio conservata dell’antico complesso ospedaliero del regno. Dal punto di vista stilistico-architettonico, la Farmacia si pone tra barocco e roccocò e, a quel tempo, ha rappresentato un'intrigante luogo per l’élite scientifica dell’Illuminismo napoletano.
Insomma doveva trattarsi di una vera e propria farmacia moderna, incastonata in un complesso di saloni e gradinate in marmo, pavimenti maiolicati e intagli dorati, sculture in bronzo e raffinati arredi in legno di noce. Le nicchie contengono vasi e ampolle in vetro con all'interno residui di prodotti farmaceutici. Alcuni di questi sono accompagnati dall'originale cartiglio indicante il preparato farmaceutico contenuto: non tutti corrispondono a quelli inscritti nel ricettario. Si tratta infatti di preparati di origine minerale o animale che testimoniano l'antica tradizione alchemica ed esoterica, prima della moderna svolta rappresentata in particolare da questa farmacia e in generale dai progressi scientifici e medici dell'epoca. La presenza di residui di natura alchemica si spiega forse con l'elevata domanda popolare a cui la Farmacia ha provveduto a rispondere: era infatti aperta anche agli esterni e non solo ai pazienti dell'ospedale.
In realtà la nascita della Farmacia stabilisce lo spartiacque tra la medicina illuministica e l’ospedale moderno, inteso come luogo di cura e non solo semplice ospizio. Nella Farmacia degli Incurabili l’impiego del farmaco chimico segna la grande conquista della medicina, fino ad allora spesso impotente davanti a certe malattie e imprevisti sviluppi di queste: grazie al farmaco il medico può finalmente combattere malattie molto diffuse e pericolose come la sifilide e altre infezioni veneree. In pratica, nell'avveniristica Farmacia degli Incurabili si decretò la fine delle preghiere come antidoto alle patologie e agli acciacchi d'ogni genere, e si iniziò, in assenza di antibiotici, a trattare con mezzi di cura finalmente appropriati ed efficaci i disturbi dei pazienti e degli ammalati di Napoli.
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