Le meraviglie del Suor Orsola Benincasa
| In città
Alla scoperta di giardini e musei del Suor Orsola Benincasa
Il Suor Orsola Benincasa è un'accademia semiprivata di Napoli specializzata nelle scienze umane, con sede nel complesso monastico istituito da Suor Orsola Benincasa. Qui proponiamo un percorso molto suggestivo attraverso i vari ambienti monumentali che compongono questo antico polo universitario.
Iniziamo dal Giardino dei cinque continenti, realizzato su una terrazza nella parte nord-est del complesso conventuale, circondato da un suggestivo muro di cinta in tufo, risalente al Seicento, annesso al quale c’è un’antica cisterna sempre di tufo. Lo scopo del giardino è di illustrare le piante indigene ed esotiche più diffuse nei parchi e giardini napoletani; sono presenti varie specie vegetali e grandi aiuole di forma irregolare, separate tra loro da vialetti in tufo. All'interno di ogni area geografica, gli alberi si presentano generalmente isolati sul prato, in posizione antistante rispetto agli arbusti e alle piante, che si dividono in cinque tipi diversi: erbacee, succulente, acquatiche, utili e aromatiche.
Da esplorare assolutamente il Giardino del Claustro, che ha una forma rettangolare ed è caratterizzato da due viali centrali ricoperti di lastre di piperno ed affiancati da pilastri a sostegno di un pergolato ricco di deliziosa uva fragola e decorato da tantissime varietà di rose, le cui tinte vanno dal bianco classico al più raro porpora scuro. Una lunga aiuola vicina al porticato contiene esemplari di mirti, agrumeti, pini d'Aleppo, cipressi ed un ulivo secolare. Ci sono anche alcune piante esotiche, tra cui l’araucaria e le piante di cicas; mentre sul lato est del giardino, si può osservare un fantastico boschetto di bambù, con un suggestivo canneto, vegetazione tipica orientale.
Per quanto riguarda i musei, ce ne sono vari ospitati all'interno dell’Istituto Suor Orsola Benincasa, ma tra tutti ne ricordiamo solo i tre più importanti. In apparenza il più divertente è il Museo del giocattolo, che però nasconde un significato intrinseco ben più serio. Infatti esso è dedicato alla memoria del bambino zingaro, Ernst Lossa, ucciso dalla campagna di eugenetica nazista, ed è quindi diventato simbolo di denuncia per qualsiasi forma di abuso e/o discriminazione subita. Il museo comprende una bellissima collezione di giocattoli antichi realizzata con la collaborazione del prof. Vincenzo Capuano, docente di “Storia del Giocattolo”, presso la Facoltà di Scienze della Formazione. Si tratta di bambole, giocattoli di latta e di legno, giochi da tavolo, pupazzi, soldatini, automobiline e trenini di tutte le epoche. Un vero spettacolo non solo per bambini, ma anche per gli appassionati del settore ludico.
Poco distante troviamo il Museo Pagliara, che racchiude l’intero patrimonio artistico di Rocco Pagliara, messo a disposizione dell'Istituto Suor Orsola Benincasa, affinché le allieve potessero ammirarlo e trarre spunto da esso per approfondire i loro studi di storia dell'arte. I quadri, i mobili, le sculture e gli oggetti conferiscono alle celle (destinate in passato alle monache del claustro) una fisionomia particolare e sono stati disposti secondo una precisa sequenza cronologica. Si spazia da testimonianze di arte comprese tra il XVI e il XIX secolo, a tavole di epoca tardo-bizantina; poi si possono contemplare caravaggesche pitture del seicento ed esempi di arte barocca e rococò, fino ad arrivare alle testimonianze di arte napoletana di età contemporanea.
La tavoletta con le Stimmate di San Francesco, opera di Dominikos Theotokopoulos detto “El Greco”, è considerato il vero gioiello della collezione. Spiccano per importanza anche “La Madonna con Bambino e Santi domenicani” di Luca Giordano, il massimo rappresentante della pittura barocca; e “Il Paesaggio autunnale” di Camille Corot, oltre ad altri magnifici capolavori di vari autori napoletani: Morelli, Mancini, Rossano, Gigante, Migliaro.
Infine, potrete visitare il famoso Museo storico, che è un piccolo spazio espositivo, comprendente le collezioni d'arte conservate dall'Ente Morale, dando così un contributo notevole al lavoro di ricerca inerente alla conservazione dei beni culturali. Le collezioni scelte ricostruiscono perfettamente le fasi salienti della produzione artistica della capitale del Regno di Napoli in età moderna. Dalla grande tela de “La salita al Calvario” di Jusepe de Ribeira fino alla tavola del ‘500 dell'Immacolata Concezione. Ci sono anche preziosi gioielli e ritratti della principessa di Strongoli.
A disposizione del visitatore ci sono postazioni multimediali in grado di illustrare le vicende della realizzazione dei singoli pezzi e degli interventi di recupero e di salvaguardia effettuati per preservare questo patrimonio nel corso dei secoli.
Così finisce il nostro tour negli ambienti più belli dell’Istituto Suor Orsola Benincasa, che conserva anni di storia e capolavori rari a testimonianza dell' antico splendore del Regno partenopeo.
Iniziamo dal Giardino dei cinque continenti, realizzato su una terrazza nella parte nord-est del complesso conventuale, circondato da un suggestivo muro di cinta in tufo, risalente al Seicento, annesso al quale c’è un’antica cisterna sempre di tufo. Lo scopo del giardino è di illustrare le piante indigene ed esotiche più diffuse nei parchi e giardini napoletani; sono presenti varie specie vegetali e grandi aiuole di forma irregolare, separate tra loro da vialetti in tufo. All'interno di ogni area geografica, gli alberi si presentano generalmente isolati sul prato, in posizione antistante rispetto agli arbusti e alle piante, che si dividono in cinque tipi diversi: erbacee, succulente, acquatiche, utili e aromatiche.
Da esplorare assolutamente il Giardino del Claustro, che ha una forma rettangolare ed è caratterizzato da due viali centrali ricoperti di lastre di piperno ed affiancati da pilastri a sostegno di un pergolato ricco di deliziosa uva fragola e decorato da tantissime varietà di rose, le cui tinte vanno dal bianco classico al più raro porpora scuro. Una lunga aiuola vicina al porticato contiene esemplari di mirti, agrumeti, pini d'Aleppo, cipressi ed un ulivo secolare. Ci sono anche alcune piante esotiche, tra cui l’araucaria e le piante di cicas; mentre sul lato est del giardino, si può osservare un fantastico boschetto di bambù, con un suggestivo canneto, vegetazione tipica orientale.
Per quanto riguarda i musei, ce ne sono vari ospitati all'interno dell’Istituto Suor Orsola Benincasa, ma tra tutti ne ricordiamo solo i tre più importanti. In apparenza il più divertente è il Museo del giocattolo, che però nasconde un significato intrinseco ben più serio. Infatti esso è dedicato alla memoria del bambino zingaro, Ernst Lossa, ucciso dalla campagna di eugenetica nazista, ed è quindi diventato simbolo di denuncia per qualsiasi forma di abuso e/o discriminazione subita. Il museo comprende una bellissima collezione di giocattoli antichi realizzata con la collaborazione del prof. Vincenzo Capuano, docente di “Storia del Giocattolo”, presso la Facoltà di Scienze della Formazione. Si tratta di bambole, giocattoli di latta e di legno, giochi da tavolo, pupazzi, soldatini, automobiline e trenini di tutte le epoche. Un vero spettacolo non solo per bambini, ma anche per gli appassionati del settore ludico.
Poco distante troviamo il Museo Pagliara, che racchiude l’intero patrimonio artistico di Rocco Pagliara, messo a disposizione dell'Istituto Suor Orsola Benincasa, affinché le allieve potessero ammirarlo e trarre spunto da esso per approfondire i loro studi di storia dell'arte. I quadri, i mobili, le sculture e gli oggetti conferiscono alle celle (destinate in passato alle monache del claustro) una fisionomia particolare e sono stati disposti secondo una precisa sequenza cronologica. Si spazia da testimonianze di arte comprese tra il XVI e il XIX secolo, a tavole di epoca tardo-bizantina; poi si possono contemplare caravaggesche pitture del seicento ed esempi di arte barocca e rococò, fino ad arrivare alle testimonianze di arte napoletana di età contemporanea.
La tavoletta con le Stimmate di San Francesco, opera di Dominikos Theotokopoulos detto “El Greco”, è considerato il vero gioiello della collezione. Spiccano per importanza anche “La Madonna con Bambino e Santi domenicani” di Luca Giordano, il massimo rappresentante della pittura barocca; e “Il Paesaggio autunnale” di Camille Corot, oltre ad altri magnifici capolavori di vari autori napoletani: Morelli, Mancini, Rossano, Gigante, Migliaro.
Infine, potrete visitare il famoso Museo storico, che è un piccolo spazio espositivo, comprendente le collezioni d'arte conservate dall'Ente Morale, dando così un contributo notevole al lavoro di ricerca inerente alla conservazione dei beni culturali. Le collezioni scelte ricostruiscono perfettamente le fasi salienti della produzione artistica della capitale del Regno di Napoli in età moderna. Dalla grande tela de “La salita al Calvario” di Jusepe de Ribeira fino alla tavola del ‘500 dell'Immacolata Concezione. Ci sono anche preziosi gioielli e ritratti della principessa di Strongoli.
A disposizione del visitatore ci sono postazioni multimediali in grado di illustrare le vicende della realizzazione dei singoli pezzi e degli interventi di recupero e di salvaguardia effettuati per preservare questo patrimonio nel corso dei secoli.
Così finisce il nostro tour negli ambienti più belli dell’Istituto Suor Orsola Benincasa, che conserva anni di storia e capolavori rari a testimonianza dell' antico splendore del Regno partenopeo.
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