Il Museo del sottosuolo, gioiello partenopeo
| In città
Un percorso sulle tracce delle nobili origini partenopee
Non siamo nella Napoli Sotterranea o nel Tunnel Borbonico, ma nel Museo del Sottosuolo, gioiello della cultura nostrana, incastonato nella storica Piazza Cavour Guardando più in profondità, attraverso i giardinetti che cingono la frequentatissima piazza, vi è un piccolo ingresso, rivestito di un intonaco rosso, dove è custodita una testimonianza importante dell’aristocratica “città do’ sol’”.
Questa porta che funge da confine tra un passato illustre e un presente incerto sembra passare quasi inosservata agli occhi di chi solca quella strada ogni giorno, perso nei suoi pensieri, nei suoi affanni. Ma invece è tutto racchiuso lì. In quella testimonianza di vita e di cultura portata innanzi da un anno e mezzo circa dallo staff dell’Associazione di Speleologia urbana “La macchina del tempo” capitanata dal presidente Luca Crucitta.
Appena si varca la soglia di questo piccolo antro già è possibile farsi un’idea di ciò che s’incontrerà durante il tour o il percorso speleologico che si andrà a fare. Rocce di diversi materiali, unitamente a diverse steli campeggia la parete di fronte all’ingresso,anticamera della sala della speleologia, dove sono raccolti gli attrezzi di quest’affascinante professione del passato e dei giorni nostri. Questo secondo vano contiene anche reperti del secondo conflitto mondiale, nonché boccette con vari intrugli benefici, testimonianza di un’antica farmacia ritrovata nel sottosuolo partenopeo.
Oltre l’ultima sala, quella delle proiezioni e delle testimonianze speleologiche d’Italia e d’Europa, si è pronti finalmente per districarsi nel cunicolo di cisterne ed acquedotti che hanno fatto da sfondo ai bombardamenti dei conflitti mondiali. Diverse stanze, tra cui quella dell’ipogeo dei togati e quella della guerra fanno toccare con mano i segni di eventi che sono soltanto letti sui libri di storia.
Le sensazioni, nei testi, non vengono spiegate. Nel museo del Sottosuolo le emozioni, invece, di chi ha vissuto in questi meandri di tufo silenziosi si toccano con una mano e si trasferiscono, indelebili, nel cuore.
Questa porta che funge da confine tra un passato illustre e un presente incerto sembra passare quasi inosservata agli occhi di chi solca quella strada ogni giorno, perso nei suoi pensieri, nei suoi affanni. Ma invece è tutto racchiuso lì. In quella testimonianza di vita e di cultura portata innanzi da un anno e mezzo circa dallo staff dell’Associazione di Speleologia urbana “La macchina del tempo” capitanata dal presidente Luca Crucitta.
Appena si varca la soglia di questo piccolo antro già è possibile farsi un’idea di ciò che s’incontrerà durante il tour o il percorso speleologico che si andrà a fare. Rocce di diversi materiali, unitamente a diverse steli campeggia la parete di fronte all’ingresso,anticamera della sala della speleologia, dove sono raccolti gli attrezzi di quest’affascinante professione del passato e dei giorni nostri. Questo secondo vano contiene anche reperti del secondo conflitto mondiale, nonché boccette con vari intrugli benefici, testimonianza di un’antica farmacia ritrovata nel sottosuolo partenopeo.
Oltre l’ultima sala, quella delle proiezioni e delle testimonianze speleologiche d’Italia e d’Europa, si è pronti finalmente per districarsi nel cunicolo di cisterne ed acquedotti che hanno fatto da sfondo ai bombardamenti dei conflitti mondiali. Diverse stanze, tra cui quella dell’ipogeo dei togati e quella della guerra fanno toccare con mano i segni di eventi che sono soltanto letti sui libri di storia.
Le sensazioni, nei testi, non vengono spiegate. Nel museo del Sottosuolo le emozioni, invece, di chi ha vissuto in questi meandri di tufo silenziosi si toccano con una mano e si trasferiscono, indelebili, nel cuore.
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