Francesco Solimena, l'Abate Ciccio a Napoli
Francesco Solimena, illustre pittore e architetto italiano
Francesco Solimena detto l'Abate Ciccio nacque a Serino nel 1657, ma trascorse gran parte della sua vita a Napoli. Solimena ebbe come guida suo padre Angelo, ma furono determinanti per la sua formazione gli insegnamenti di Luca Giordano, arricchiti con lo studio di Preti, Lanfranco e Cortona.
Quali maestri migliori poteva mai desiderare Solimena?! Grazie a loro giunse a comporre le opere barocche che contraddistinsero la sua prima fase; esse univano alla sensibilità cromatica e luministica una maggiore solidità volumetrica, sottolineata dai forti contrasti tra ombre e luci. Esemplari in tal senso sono gli affreschi della sacrestia di San Paolo Maggiore e le tele in San Nicola alla Carità.
La Roma classicista indusse Solimena alla ricerca di un maggiore equilibrio formale espresso attraverso un linguaggio alquanto accademico; tra le opere migliori di questo periodo ricordiamo la Cacciata di Eliodoro dal tempio, nella Chiesa del Gesù Nuovo. Poi lo stile di Francesco Solimena ebbe una svolta barocca, in una pittura dai contrasti cromatici molto intensi; fanno parte di questo felice periodo le seguenti opere: Trionfo di Carlo III di Borbone alla battaglia di Gaeta, che si trova all’interno del Palazzo Reale, a Caserta; Ritratto di Marzio Carafa, nel Museo Nazionale di Capodimonte.
Il Campanile della Cattedrale di Nocera Inferiore costituisce una delle rare realizzazioni architettoniche di Francesco Solimena, che lo progettò in linea con altre stupefacenti opere napoletane, come la chiesa di San Nicola alla Carità, il portale di San Giuseppe dei Vecchi, il suo palazzo di San Potito e la facciata della Chiesa di San Domenico Maggiore. Tra le sue monumentali opere troviamo anche l'altare di San Nicola nell'Abbazia di Santa Maria Maddalena in Armillis. Il pittore morì nella sua villa a Barra nel 1747.
Nel quartiere Vomero c’è una strada dedicata a Francesco Solimena e c’è anche un Palazzo che porta il suo nome, ubicato sulla collinetta di San Potito, di fianco al palazzo Caracciolo di Melissano; inoltre, in suo onore vi è anche una Scuola Secondaria Statale ad indirizzo musicale.
Quali maestri migliori poteva mai desiderare Solimena?! Grazie a loro giunse a comporre le opere barocche che contraddistinsero la sua prima fase; esse univano alla sensibilità cromatica e luministica una maggiore solidità volumetrica, sottolineata dai forti contrasti tra ombre e luci. Esemplari in tal senso sono gli affreschi della sacrestia di San Paolo Maggiore e le tele in San Nicola alla Carità.
La Roma classicista indusse Solimena alla ricerca di un maggiore equilibrio formale espresso attraverso un linguaggio alquanto accademico; tra le opere migliori di questo periodo ricordiamo la Cacciata di Eliodoro dal tempio, nella Chiesa del Gesù Nuovo. Poi lo stile di Francesco Solimena ebbe una svolta barocca, in una pittura dai contrasti cromatici molto intensi; fanno parte di questo felice periodo le seguenti opere: Trionfo di Carlo III di Borbone alla battaglia di Gaeta, che si trova all’interno del Palazzo Reale, a Caserta; Ritratto di Marzio Carafa, nel Museo Nazionale di Capodimonte.
Il Campanile della Cattedrale di Nocera Inferiore costituisce una delle rare realizzazioni architettoniche di Francesco Solimena, che lo progettò in linea con altre stupefacenti opere napoletane, come la chiesa di San Nicola alla Carità, il portale di San Giuseppe dei Vecchi, il suo palazzo di San Potito e la facciata della Chiesa di San Domenico Maggiore. Tra le sue monumentali opere troviamo anche l'altare di San Nicola nell'Abbazia di Santa Maria Maddalena in Armillis. Il pittore morì nella sua villa a Barra nel 1747.
Nel quartiere Vomero c’è una strada dedicata a Francesco Solimena e c’è anche un Palazzo che porta il suo nome, ubicato sulla collinetta di San Potito, di fianco al palazzo Caracciolo di Melissano; inoltre, in suo onore vi è anche una Scuola Secondaria Statale ad indirizzo musicale.
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