Luca Giordano, vita e opere a Napoli
Pittore napoletano sospeso tra natura e immaginazione
Luca Giordano nacque a Napoli nel 1634 ed era conosciuto con il soprannome di "Luca Fapresto" ("Luca fai presto"); l’appellativo gli fu dato mentre stava lavorando nella Chiesa di Santa Maria del Pianto a Napoli, in quanto riuscì a dipingere in soli due giorni le tele della crociera.
Era altresì sorprendente la sua velocità nel copiare i grandi maestri del Cinquecento, tra cui si ricordano Raffaello e Annibale Carracci, ma anche Giovanni Lanfranco e Pietro da Cortona. Le prime opere del Giordano risalgono alla prima metà del XVII secolo, segnate da una profonda influenza che la pittura napoletana subì con l'arrivo del maestro Caravaggio. Quando Giordano disegnò alcune opere nelle chiese e gallerie di Napoli, perseguì il filone artistico del naturalismo post-caravaggesco, ma dopo nove anni di apprendistato presso Jusepe de Ribera, il suo stile pittorico risultò cromaticamente più impreziosito ed espressivamente più sinuoso.
A Napoli ottenne, tra gli incarichi più prestigiosi, di affrescare la cupola della Chiesa di San Gregorio Armeno, la volta della Chiesa dell'Abbazia di Montecassino, la cupola della Chiesa di Santa Brigida, la navata di San Gregorio Armeno, che però richiesero la collaborazione di alcuni suoi allievi.
Dopo aver viaggiato in altre città d’Italia, il pittore Giordano ritornò a Napoli alla veneranda età di settantanni e continuò a lavorare con entusiasmo e grande creatività, tanto che per portare a compimento le numerose commissioni assegnategli, usufruì di una bottega molto affollata.
Giordano continuò imperterrito a rinnovare la sua produzione artistica, utilizzando da un lato forti contrasti chiaro-scurali come nelle tele alla Chiesa di Santa Maria Egiziaca a Forcella, nella Chiesa dei Girolamini, nella Chiesa di Santa Maria Donnaregina Nuova e per alcune chiese romane; dall’altro, fece ricorso a materie cromatiche più delicate, come quando decorò a fresco il cupolino della Cappella del Tesoro nella Certosa di San Martino, in cui raffigurò il Trionfo di Giuditta al centro ed intorno le altre storie dell'Antico Testamento.
Luca Giordano morì a Napoli, nel 1705, e fu sepolto con le dovute onorificenze nella maestosa Chiesa di Santa Brigida.
C'è un Centro studi a via Pessina dedicato al pittore ed anche una via frequentatissima nel quartiere Vomero.
Era altresì sorprendente la sua velocità nel copiare i grandi maestri del Cinquecento, tra cui si ricordano Raffaello e Annibale Carracci, ma anche Giovanni Lanfranco e Pietro da Cortona. Le prime opere del Giordano risalgono alla prima metà del XVII secolo, segnate da una profonda influenza che la pittura napoletana subì con l'arrivo del maestro Caravaggio. Quando Giordano disegnò alcune opere nelle chiese e gallerie di Napoli, perseguì il filone artistico del naturalismo post-caravaggesco, ma dopo nove anni di apprendistato presso Jusepe de Ribera, il suo stile pittorico risultò cromaticamente più impreziosito ed espressivamente più sinuoso.
A Napoli ottenne, tra gli incarichi più prestigiosi, di affrescare la cupola della Chiesa di San Gregorio Armeno, la volta della Chiesa dell'Abbazia di Montecassino, la cupola della Chiesa di Santa Brigida, la navata di San Gregorio Armeno, che però richiesero la collaborazione di alcuni suoi allievi.
Dopo aver viaggiato in altre città d’Italia, il pittore Giordano ritornò a Napoli alla veneranda età di settantanni e continuò a lavorare con entusiasmo e grande creatività, tanto che per portare a compimento le numerose commissioni assegnategli, usufruì di una bottega molto affollata.
Giordano continuò imperterrito a rinnovare la sua produzione artistica, utilizzando da un lato forti contrasti chiaro-scurali come nelle tele alla Chiesa di Santa Maria Egiziaca a Forcella, nella Chiesa dei Girolamini, nella Chiesa di Santa Maria Donnaregina Nuova e per alcune chiese romane; dall’altro, fece ricorso a materie cromatiche più delicate, come quando decorò a fresco il cupolino della Cappella del Tesoro nella Certosa di San Martino, in cui raffigurò il Trionfo di Giuditta al centro ed intorno le altre storie dell'Antico Testamento.
Luca Giordano morì a Napoli, nel 1705, e fu sepolto con le dovute onorificenze nella maestosa Chiesa di Santa Brigida.
C'è un Centro studi a via Pessina dedicato al pittore ed anche una via frequentatissima nel quartiere Vomero.