Raccolta Scuola di Posillipo
Scuola di Posillipo: paesaggi da sogno dipinti su tela
Per Scuola di Posillipo si intende un gruppo di artisti dediti alla pittura di paesaggio, riuniti a Napoli, dal 1820 al 1850, sotto la guida prima di Anton Sminck van Pitloo e poi di Giacinto Gigante, i primi che ebbero la geniale idea di dipingere all'aria aperta.
Molti nuclei familiari si riunirono intorno a questa scuola artistica, tra cui: i Carelli, i Fergola, i Witting, infine i Gigante.
Nella sua prima formazione la scuola puntò sui valori lirici e caricò i paesaggi di tinte romantiche; la pittura di paesaggio, seppure considerata un genere di minore importanza, poteva godere di maggiore libertà stilistica.
Infatti, essa era priva di vincoli accademici e si dimostrò in linea con le più attuali tendenze europee; tali opere pittoriche furono realizzate su tele di grandi dimensioni, e con uno stile particolare: macchie, imprecisioni e linee prospettiche fuori dai canoni tradizionali, talvolta veicolati da supporti elementari come carta, cartone e addirittura pezzi di tavola. Una triplice fusione emotiva tra autore, paesaggio e opera d’arte che rendeva le tele dei veri e propri capolavori, particolarmente intensi e impressionisticamente attraenti.
I paesaggi partenopei ritratti sono avvolti da una luce particolare, colorata con tinte semplici e romantiche, sospesi in una visione a tratti surreale e trascendentale. Sublimati dalla bellezza paesaggistica napoletana, gli elementi naturali vennero sapientemente trasformati in vaste distese di cielo, mari, campagne ed anche vulcani, riprodotti con acquerelli dai colori tenui e caldi allo stesso tempo.
Sarà proprio la scuola di Posillipo ad essere influenzata dagli artisti stranieri presenti a Napoli, soprattutto da nomi prestigiosi, come William Turner, Camille Corot, Joseph Rebell, Johan Christian Dahl e Frans Vervloet.
Molti nuclei familiari si riunirono intorno a questa scuola artistica, tra cui: i Carelli, i Fergola, i Witting, infine i Gigante.
Nella sua prima formazione la scuola puntò sui valori lirici e caricò i paesaggi di tinte romantiche; la pittura di paesaggio, seppure considerata un genere di minore importanza, poteva godere di maggiore libertà stilistica.
Infatti, essa era priva di vincoli accademici e si dimostrò in linea con le più attuali tendenze europee; tali opere pittoriche furono realizzate su tele di grandi dimensioni, e con uno stile particolare: macchie, imprecisioni e linee prospettiche fuori dai canoni tradizionali, talvolta veicolati da supporti elementari come carta, cartone e addirittura pezzi di tavola. Una triplice fusione emotiva tra autore, paesaggio e opera d’arte che rendeva le tele dei veri e propri capolavori, particolarmente intensi e impressionisticamente attraenti.
I paesaggi partenopei ritratti sono avvolti da una luce particolare, colorata con tinte semplici e romantiche, sospesi in una visione a tratti surreale e trascendentale. Sublimati dalla bellezza paesaggistica napoletana, gli elementi naturali vennero sapientemente trasformati in vaste distese di cielo, mari, campagne ed anche vulcani, riprodotti con acquerelli dai colori tenui e caldi allo stesso tempo.
Sarà proprio la scuola di Posillipo ad essere influenzata dagli artisti stranieri presenti a Napoli, soprattutto da nomi prestigiosi, come William Turner, Camille Corot, Joseph Rebell, Johan Christian Dahl e Frans Vervloet.
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