Alexandre Dumas, il romanziere nel capoluogo partenopeo
Alexandre Dumas: vita e opere dello scrittore a Napoli
Alexandre Dumas fu un grande scrittore e drammaturgo francese, famoso per due capolavori: “Il conte di Montecristo” e “I tre Moschettieri”, romanzi ma anche film di successo.
Tra Dumas e Napoli ci fu un rapporto speciale, se ne innamorò nel 1835, quando vi giunse da letterato giovane, famoso come drammaturgo, dedicando alla città alcuni suoi libri, quali “Il Corricolo” e “La Sanfelice”, biografia romanzata di Luisa Sanfelice. Alexandre Dumas fu testimone della Battaglia di Calatafimi, descritta sapientemente nel suo romanzo storico “I garibaldini”; egli era molto amico di Giuseppe Garibaldi e lo accompagnò durante l’ingresso a Napoli; come lui entrò a far parte della Massoneria, essendo stato iniziato nella Loggia napoletana "Fede italica”, insieme a Luigi Zuppetta.
Garibaldi gli conferì la nomina di "Direttore degli scavi e dei musei", carica che mantenne per tre anni sino a quando preferì dimettersi e rientrare a Parigi, a causa delle continue opposizioni dei napoletani, che non volevano fosse uno straniero a ricoprire tale carica di prestigio. Alexandre Dumas scrisse anche la monumentale storia de “I Borboni di Napoli” e durante il suo soggiorno nel capoluogo partenopeo girò per la città, imparando a conoscere usi e costumi dei suoi abitanti.
Ne la sua opera “Il Corricolo”, descrisse così via Toledo: <<Toledo è la via di tutti; è la via dei ristoranti, dei caffè, delle botteghe; l'aristocrazia vi passa in carrozza, la borghesia vi vende le sue stoffe, il popolo vi fa la siesta.>>
Inoltre, notò che: <<Fra le tante stranezze napoletane, ci sono i motorini che, normalmente adibiti al trasporto di due persone, a Napoli servono a far intrufolare nel traffico cittadino piccole comitive di tre, quattro, anche cinque passeggeri, intere famigliole in bilico su due ruote, in un precario equilibrio tra incoscienza e fiducia nella buona sorte.>> A Napoli c’è la scuola francese Alexandre Dumas, all'interno dell’edificio Grenoble.
Tra Dumas e Napoli ci fu un rapporto speciale, se ne innamorò nel 1835, quando vi giunse da letterato giovane, famoso come drammaturgo, dedicando alla città alcuni suoi libri, quali “Il Corricolo” e “La Sanfelice”, biografia romanzata di Luisa Sanfelice. Alexandre Dumas fu testimone della Battaglia di Calatafimi, descritta sapientemente nel suo romanzo storico “I garibaldini”; egli era molto amico di Giuseppe Garibaldi e lo accompagnò durante l’ingresso a Napoli; come lui entrò a far parte della Massoneria, essendo stato iniziato nella Loggia napoletana "Fede italica”, insieme a Luigi Zuppetta.
Garibaldi gli conferì la nomina di "Direttore degli scavi e dei musei", carica che mantenne per tre anni sino a quando preferì dimettersi e rientrare a Parigi, a causa delle continue opposizioni dei napoletani, che non volevano fosse uno straniero a ricoprire tale carica di prestigio. Alexandre Dumas scrisse anche la monumentale storia de “I Borboni di Napoli” e durante il suo soggiorno nel capoluogo partenopeo girò per la città, imparando a conoscere usi e costumi dei suoi abitanti.
Ne la sua opera “Il Corricolo”, descrisse così via Toledo: <<Toledo è la via di tutti; è la via dei ristoranti, dei caffè, delle botteghe; l'aristocrazia vi passa in carrozza, la borghesia vi vende le sue stoffe, il popolo vi fa la siesta.>>
Inoltre, notò che: <<Fra le tante stranezze napoletane, ci sono i motorini che, normalmente adibiti al trasporto di due persone, a Napoli servono a far intrufolare nel traffico cittadino piccole comitive di tre, quattro, anche cinque passeggeri, intere famigliole in bilico su due ruote, in un precario equilibrio tra incoscienza e fiducia nella buona sorte.>> A Napoli c’è la scuola francese Alexandre Dumas, all'interno dell’edificio Grenoble.
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