Gabriele D'Annunzio a Napoli
D'Annunzio: vita e opere nel capoluogo partenopeo
Gabriele D’Annunzio nacque a Pescara, nel 1863, ed è stato scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista, patriota italiano e sapeva suonare abilmente il violino ed il piano.
Negli anni che vanno dal 1891 al 1893 D'Annunzio visse a Napoli, dove compose “Giovanni Episcopo” e “L'innocente”, seguiti da “Il trionfo della morte” e dalle liriche del Poema paradisiaco.
Le suggestioni nietzschiane, liberamente filtrate dalla sensibilità del Vate si ritroveranno anche ne “Le vergini delle rocce”, poema in prosa dove l'arte diventa strumento di una diversa aristocrazia e suprema affermazione dell'individuo.
Quest'ultima è l’unica opera che fa parte dei cosiddetti "romanzi del giglio", che rappresentano la purificazione dalla passione. Nel 1892, a seguito di una gara con Ferdinando Russo sulla capacità del poeta di comporre liriche in dialetto napoletano, D'Annunzio compone, seduto al tavolino dello storico Caffè Gambrinus, il testo de “'A vucchella (Sì, comm'a nu sciorillo)”, romanza che è stata musicata da Francesco Paolo Tosti, ed eseguita da celebri interpreti della musica lirica come Enrico Caruso e, più tardi, Luciano Pavarotti; ma anche da interpreti della musica leggera, come il famosissimo Roberto Murolo.
D’altronde la canzone napoletana è da sempre nota ed apprezzata in tutto il mondo. Tra i film tratti dai soggetti di D'Annunzio e da lui sceneggiati ci sono due opere composte nel periodo napoletano, ovvero "L’Innocente" e il “Delitto di Giovanni Piscopo”. Gabriele D’Annunzio lavorò, durante il suo soggiorno partenopeo anche alla redazione de”Il Mattino”, quotidiano fondato nel 1892 da Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao.
Negli anni che vanno dal 1891 al 1893 D'Annunzio visse a Napoli, dove compose “Giovanni Episcopo” e “L'innocente”, seguiti da “Il trionfo della morte” e dalle liriche del Poema paradisiaco.
Le suggestioni nietzschiane, liberamente filtrate dalla sensibilità del Vate si ritroveranno anche ne “Le vergini delle rocce”, poema in prosa dove l'arte diventa strumento di una diversa aristocrazia e suprema affermazione dell'individuo.
Quest'ultima è l’unica opera che fa parte dei cosiddetti "romanzi del giglio", che rappresentano la purificazione dalla passione. Nel 1892, a seguito di una gara con Ferdinando Russo sulla capacità del poeta di comporre liriche in dialetto napoletano, D'Annunzio compone, seduto al tavolino dello storico Caffè Gambrinus, il testo de “'A vucchella (Sì, comm'a nu sciorillo)”, romanza che è stata musicata da Francesco Paolo Tosti, ed eseguita da celebri interpreti della musica lirica come Enrico Caruso e, più tardi, Luciano Pavarotti; ma anche da interpreti della musica leggera, come il famosissimo Roberto Murolo.
D’altronde la canzone napoletana è da sempre nota ed apprezzata in tutto il mondo. Tra i film tratti dai soggetti di D'Annunzio e da lui sceneggiati ci sono due opere composte nel periodo napoletano, ovvero "L’Innocente" e il “Delitto di Giovanni Piscopo”. Gabriele D’Annunzio lavorò, durante il suo soggiorno partenopeo anche alla redazione de”Il Mattino”, quotidiano fondato nel 1892 da Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao.