Università degli Studi di Napoli "Federico II"
Federico II: l'Università statale più antica del mondo!
Dal 1992 l’Università di Napoli è stata intitolata a Federico II, a sottolineare le sue antichissime origini, risalenti al 5 giugno 1224, quando l’imperatore svevo emanò l’editto istitutivo.
Lo Studiorum napoletano nacque con un atto imperiale, volto a formare i gruppi dirigenti necessari al governo dello Stato; un vero vanto per Napoli, che fu l’unica città meridionale sede di studi universitari (a parte la scuola medica salernitana) almeno fin dopo l’Unità.
Giovanni Boccaccio e Francesco Petrarca compirono qui i loro studi, diventando così poeti e letterati di grande fama.
Dopo l’Unità d’Italia, Francesco De Sanctis, Direttore e poi Ministro della Pubblica istruzione volle «fare dell’Università di Napoli la prima Università d'Europa». Con ben dieci Facoltà, due Policlinici, circa 75.000 studenti, quello di Napoli negli anni Settanta era un Mega-ateneo.
Dagli anni Ottanta la popolazione studentesca superò 100.000 unità, per poi attestarsi intorno a questa cifra anche dopo la nascita di un secondo Ateneo.
La Federico II è attualmente l’università statale e laica tra le più antiche d'Italia e del mondo. La sede centrale dell'ateneo federiciano si erge lungo corso Umberto I, ad angolo con via Mezzocannone; l'edificio è in stile neobarocco e venne eretto su progetto degli architetti Pierpaolo Quaglia e Guglielmo Melisurgo, che la misero in collegamento con le sedi preesistenti tramite l'imponente Scalone della Minerva.
Il polo scientifico della Federico II è distaccato dalla sede principale e si trova presso il complesso di Monte Sant’Angelo.
La sede centrale ospita gli uffici della direzione centrale dell'ateneo (Rettorato, Senato Accademico, etc) e il Dipartimento di Giurisprudenza.
Il Complesso di Cappella Cangiani al Rione Alto dà accesso al dipartimento ospedaliero universitario; infatti, hanno qui sede il Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia, il Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche, il Dipartimento di Neuroscienze e Scienze Riproduttive ed Odontostomatologiche, il Dipartimento di Sanità Pubblica, il Dipartimento di Scienze Biomediche Avanzate e il Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali.
Importantissimo è CAB-Centro di Ateneo per le Biblioteche, che eroga servizi per l'acquisizione e l'accesso alle risorse elettroniche, per la gestione e lo sviluppo dei cataloghi online per le risorse bibliografiche dell'ateneo, per la gestione e sviluppo dell'archivio istituzionale, per il supporto alle biblioteche dell'ateneo e alla comunità scientifica.
Un altro fulcro fondamentale dell’Università Federico II è il Centro Museale che raggruppa i preesistenti musei di Mineralogia, di Zoologia, di Antropologia, di Paleontologia e di Fisica.
Più distante dalla sede principale si trova il Centro Museale "Musei delle Scienze Agrarie". Esso è ubicato presso la Reggia di Portici, il cui patrimonio è costituito da reperti, strumenti e libri scientifici: una testimonianza della storia delle scienze e delle tecnologie agrarie dell'Italia meridionale e delle esplorazioni in terre straniere, ma anche una rappresentazione dell'evoluzione del pensiero scientifico.
Vi è anche il Museo di anatomia Veterinaria, che oggi ha una collezione comprendente visceri, scheletri, animali imbalsamati, reperti patologici e preparati di animali.
Lo Studiorum napoletano nacque con un atto imperiale, volto a formare i gruppi dirigenti necessari al governo dello Stato; un vero vanto per Napoli, che fu l’unica città meridionale sede di studi universitari (a parte la scuola medica salernitana) almeno fin dopo l’Unità.
Giovanni Boccaccio e Francesco Petrarca compirono qui i loro studi, diventando così poeti e letterati di grande fama.
Dopo l’Unità d’Italia, Francesco De Sanctis, Direttore e poi Ministro della Pubblica istruzione volle «fare dell’Università di Napoli la prima Università d'Europa». Con ben dieci Facoltà, due Policlinici, circa 75.000 studenti, quello di Napoli negli anni Settanta era un Mega-ateneo.
Dagli anni Ottanta la popolazione studentesca superò 100.000 unità, per poi attestarsi intorno a questa cifra anche dopo la nascita di un secondo Ateneo.
La Federico II è attualmente l’università statale e laica tra le più antiche d'Italia e del mondo. La sede centrale dell'ateneo federiciano si erge lungo corso Umberto I, ad angolo con via Mezzocannone; l'edificio è in stile neobarocco e venne eretto su progetto degli architetti Pierpaolo Quaglia e Guglielmo Melisurgo, che la misero in collegamento con le sedi preesistenti tramite l'imponente Scalone della Minerva.
Il polo scientifico della Federico II è distaccato dalla sede principale e si trova presso il complesso di Monte Sant’Angelo.
La sede centrale ospita gli uffici della direzione centrale dell'ateneo (Rettorato, Senato Accademico, etc) e il Dipartimento di Giurisprudenza.
Il Complesso di Cappella Cangiani al Rione Alto dà accesso al dipartimento ospedaliero universitario; infatti, hanno qui sede il Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia, il Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche, il Dipartimento di Neuroscienze e Scienze Riproduttive ed Odontostomatologiche, il Dipartimento di Sanità Pubblica, il Dipartimento di Scienze Biomediche Avanzate e il Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali.
Importantissimo è CAB-Centro di Ateneo per le Biblioteche, che eroga servizi per l'acquisizione e l'accesso alle risorse elettroniche, per la gestione e lo sviluppo dei cataloghi online per le risorse bibliografiche dell'ateneo, per la gestione e sviluppo dell'archivio istituzionale, per il supporto alle biblioteche dell'ateneo e alla comunità scientifica.
Un altro fulcro fondamentale dell’Università Federico II è il Centro Museale che raggruppa i preesistenti musei di Mineralogia, di Zoologia, di Antropologia, di Paleontologia e di Fisica.
Più distante dalla sede principale si trova il Centro Museale "Musei delle Scienze Agrarie". Esso è ubicato presso la Reggia di Portici, il cui patrimonio è costituito da reperti, strumenti e libri scientifici: una testimonianza della storia delle scienze e delle tecnologie agrarie dell'Italia meridionale e delle esplorazioni in terre straniere, ma anche una rappresentazione dell'evoluzione del pensiero scientifico.
Vi è anche il Museo di anatomia Veterinaria, che oggi ha una collezione comprendente visceri, scheletri, animali imbalsamati, reperti patologici e preparati di animali.
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