Domenico Fontana, il periodo napoletano

- Architetto del tardo-Rinascimento: vita e opere
Infatti, gli fu assegnata la sistemazione delle acque dei Regi Lagni: imponente opera idraulica, legata al più vasto progetto di riqualificazione urbana della città. Tuttavia, l'incarico di maggior prestigio attribuitogli fu la progettazione del nuovo Palazzo Reale: la costruzione prese avvio nel 1600 e il ticinese vi lavorò sino alla sua morte avvenuta nel 1607.
Tra le altre opere di rilievo che Fontana realizzò a Napoli ci sono: il Complesso di Gesù e Maria, il Complesso dell'Eremo dei Camaldoli, la Chiesa di Santa Maria della Stella, il Complesso Badiale a Casamarciano, la Fontana del Nettuno, le Sculture nella Cattedrale, il Canale che collegava il fiume Sarno a Torre Annunziata, la Chiesa di Sant’Erasmo e la Chiesa di Santa Sofia a Giugliano in Campania.
Nel regno spagnolo Domenico Fontana diresse la ristrutturazione anche dei porti di Bari e Napoli, proseguì i lavori di bonifica, realizzò le strade per Chiaia e S. Lucia e costruì Palazzo Carafa della Spina.
A Napoli c'è anche via Domenico Fontana, dedicata a questo illustre architetto, situata nel quartiere Vomero.
Domenico Fontana visse la fase più matura della sua vita nel capoluogo partenopeo e si innamorò di una bella donna con cui formò una famiglia, vivendo nobilmente e onorato nel Regno del Re di Spagna, circondato da ricchezze.
La lunga attività di Domenico Fontana, pur essendo dal punto di vista formale ripetitiva delle invenzioni del Rinascimento, è notevole soprattutto per la capacità di organizzare grandi sviluppi edilizi e di progettare per la prima volta su scala, risolvendo grandi problemi di ingegneria e anticipando nel metodo le maggiori imprese costruttive del Settecento.