Domenico Fontana, il periodo napoletano
Architetto del tardo-Rinascimento: vita e opere
L’architetto svizzero Domenico Fontana lavorò molti anni in Italia, in particolare a Roma e a Napoli. Egli si recò nel capoluogo partenopeo nel 1592, dove fu al servizio del viceré spagnolo Conte di Miranda, impegnato in opere di grande importanza urbanistica ed ingegneristica.
Infatti, gli fu assegnata la sistemazione delle acque dei Regi Lagni: imponente opera idraulica, legata al più vasto progetto di riqualificazione urbana della città. Tuttavia, l'incarico di maggior prestigio attribuitogli fu la progettazione del nuovo Palazzo Reale: la costruzione prese avvio nel 1600 e il ticinese vi lavorò sino alla sua morte avvenuta nel 1607.
Tra le altre opere di rilievo che Fontana realizzò a Napoli ci sono: il Complesso di Gesù e Maria, il Complesso dell'Eremo dei Camaldoli, la Chiesa di Santa Maria della Stella, il Complesso Badiale a Casamarciano, la Fontana del Nettuno, le Sculture nella Cattedrale, il Canale che collegava il fiume Sarno a Torre Annunziata, la Chiesa di Sant’Erasmo e la Chiesa di Santa Sofia a Giugliano in Campania.
Nel regno spagnolo Domenico Fontana diresse la ristrutturazione anche dei porti di Bari e Napoli, proseguì i lavori di bonifica, realizzò le strade per Chiaia e S. Lucia e costruì Palazzo Carafa della Spina.
A Napoli c'è anche via Domenico Fontana, dedicata a questo illustre architetto, situata nel quartiere Vomero.
Domenico Fontana visse la fase più matura della sua vita nel capoluogo partenopeo e si innamorò di una bella donna con cui formò una famiglia, vivendo nobilmente e onorato nel Regno del Re di Spagna, circondato da ricchezze.
La lunga attività di Domenico Fontana, pur essendo dal punto di vista formale ripetitiva delle invenzioni del Rinascimento, è notevole soprattutto per la capacità di organizzare grandi sviluppi edilizi e di progettare per la prima volta su scala, risolvendo grandi problemi di ingegneria e anticipando nel metodo le maggiori imprese costruttive del Settecento.
Infatti, gli fu assegnata la sistemazione delle acque dei Regi Lagni: imponente opera idraulica, legata al più vasto progetto di riqualificazione urbana della città. Tuttavia, l'incarico di maggior prestigio attribuitogli fu la progettazione del nuovo Palazzo Reale: la costruzione prese avvio nel 1600 e il ticinese vi lavorò sino alla sua morte avvenuta nel 1607.
Tra le altre opere di rilievo che Fontana realizzò a Napoli ci sono: il Complesso di Gesù e Maria, il Complesso dell'Eremo dei Camaldoli, la Chiesa di Santa Maria della Stella, il Complesso Badiale a Casamarciano, la Fontana del Nettuno, le Sculture nella Cattedrale, il Canale che collegava il fiume Sarno a Torre Annunziata, la Chiesa di Sant’Erasmo e la Chiesa di Santa Sofia a Giugliano in Campania.
Nel regno spagnolo Domenico Fontana diresse la ristrutturazione anche dei porti di Bari e Napoli, proseguì i lavori di bonifica, realizzò le strade per Chiaia e S. Lucia e costruì Palazzo Carafa della Spina.
A Napoli c'è anche via Domenico Fontana, dedicata a questo illustre architetto, situata nel quartiere Vomero.
Domenico Fontana visse la fase più matura della sua vita nel capoluogo partenopeo e si innamorò di una bella donna con cui formò una famiglia, vivendo nobilmente e onorato nel Regno del Re di Spagna, circondato da ricchezze.
La lunga attività di Domenico Fontana, pur essendo dal punto di vista formale ripetitiva delle invenzioni del Rinascimento, è notevole soprattutto per la capacità di organizzare grandi sviluppi edilizi e di progettare per la prima volta su scala, risolvendo grandi problemi di ingegneria e anticipando nel metodo le maggiori imprese costruttive del Settecento.