Raimondo di Sangro, il principe di Sansevero
Letterato, editore, maestro della Massoneria napoletana, inventore e mecenate
Raimondo di Sangro, noto come il principe di Sansevero, nacque a Torremaggiore nel 1710, ma visse a lungo a Napoli e nei laboratori sotterranei del suo palazzo, in largo San Domenico Maggiore, si dedicò a sperimentazioni scientifiche e artistiche dai risultati sorprendenti.
Il principe di Sangro fu il principale ideatore del progetto iconografico della Cappella Sansevero e questa meravigliosa opera fa da ambientazione prediletta per i miti che si tramandano intorno alla sua persona. Sono tantissime le leggende sulla Cappella Sansevero e sul suo principe maledetto, a cominciare da quella secondo cui i laboratori presenti nei sotterranei di Palazzo Sansevero erano operativi a tutte le ore del giorno e della notte; da lì emergevano nuove scoperte e si mettevano in atto nuove invenzioni, che appassionavano e incuriosivano il popolo napoletano.
Salvatore Di Giacomo narrò che "s’udiva come il tintinnio di un'incudine percossa da un martello pesante, o si scoteva e tremava il selciato del vicoletto come pel prossimo passaggio d’enormi carri invisibili". Anche il filosofo Benedetto Croce ricorda che per il popolino delle strade che circondavano la Cappella dei Sangro, il principe di Sansevero fosse considerato come “l’incarnazione napoletana del dottor Faust che ha fatto il patto col diavolo, ed è divenuto un quasi diavolo esso stesso, per padroneggiare i più riposti segreti della natura”.
Secondo la cosiddetta "leggenda nera", il principe di Sansevero fece uccidere due servi, per poi imbalsamarne i corpi; così come ammazzò sette cardinali per ricavare dalle ossa e dalla pelle delle sedie. Inoltre, Raimondo di Sangro accecò Giuseppe Sanmartino, autore del Cristo velato, affinché egli non potesse più riprodurre alcuna scultura di simile magnificenza in altre città d'Italia. Sul capolavoro di Sanmartino è sorta la più diffusa delle leggende, secondo cui il principe avrebbe addirittura marmorizzato, attraverso un procedimento alchemico, il velo del Cristo.
Tutt’oggi basta aggirarsi tra i visitatori della Cappella Sansevero per ascoltare le più bizzarre storie e leggende popolari su Raimondo di Sangro e sulle opere da lui commissionate. Davanti a Palazzo Sansevero c’è ancora chi usa farsi il segno della croce come per scacciare i malefici del diabolico principe.
In tutte le leggende c’è sempre un fondo di verità! Voi le conoscevate?
Il principe di Sangro fu il principale ideatore del progetto iconografico della Cappella Sansevero e questa meravigliosa opera fa da ambientazione prediletta per i miti che si tramandano intorno alla sua persona. Sono tantissime le leggende sulla Cappella Sansevero e sul suo principe maledetto, a cominciare da quella secondo cui i laboratori presenti nei sotterranei di Palazzo Sansevero erano operativi a tutte le ore del giorno e della notte; da lì emergevano nuove scoperte e si mettevano in atto nuove invenzioni, che appassionavano e incuriosivano il popolo napoletano.
Salvatore Di Giacomo narrò che "s’udiva come il tintinnio di un'incudine percossa da un martello pesante, o si scoteva e tremava il selciato del vicoletto come pel prossimo passaggio d’enormi carri invisibili". Anche il filosofo Benedetto Croce ricorda che per il popolino delle strade che circondavano la Cappella dei Sangro, il principe di Sansevero fosse considerato come “l’incarnazione napoletana del dottor Faust che ha fatto il patto col diavolo, ed è divenuto un quasi diavolo esso stesso, per padroneggiare i più riposti segreti della natura”.
Secondo la cosiddetta "leggenda nera", il principe di Sansevero fece uccidere due servi, per poi imbalsamarne i corpi; così come ammazzò sette cardinali per ricavare dalle ossa e dalla pelle delle sedie. Inoltre, Raimondo di Sangro accecò Giuseppe Sanmartino, autore del Cristo velato, affinché egli non potesse più riprodurre alcuna scultura di simile magnificenza in altre città d'Italia. Sul capolavoro di Sanmartino è sorta la più diffusa delle leggende, secondo cui il principe avrebbe addirittura marmorizzato, attraverso un procedimento alchemico, il velo del Cristo.
Tutt’oggi basta aggirarsi tra i visitatori della Cappella Sansevero per ascoltare le più bizzarre storie e leggende popolari su Raimondo di Sangro e sulle opere da lui commissionate. Davanti a Palazzo Sansevero c’è ancora chi usa farsi il segno della croce come per scacciare i malefici del diabolico principe.
In tutte le leggende c’è sempre un fondo di verità! Voi le conoscevate?