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Passeggiando a Napoli, la città del dio Mithra


| In città
Sulle tracce del culto pagano del dio Mithra in tre tappe
Scavando nei cunicoli e nelle cavità di quell'immenso labirinto che è la città greco-romana, gli archeologi hanno rinvenuto tracce del culto pagano del dio Mithra.
Mithra è il dio che conduce le anime nell'Aldilà. Ma ha anche facoltà di giudicarle. Si tratta di un culto ancora poco conosciuto, destinato a soli uomini e proveniente dal bacino mediterraneo, la cui diffusione si stima sia iniziata tra il VI a.c. e il V secolo d.c. Il culto di Mithra appartiene alla religione induista e a quella persiana-iranica ed ha lasciato forti tracce anche nelle religioni del mondo ellenistico prima e romano poi. Mithra è il dio nato dalla roccia e destinato alla salvezza del mondo. Il mito narra che il dio Sole inviò a Mithra un corvo per ordinargli di uccidere un Toro, simbolo della vita. Mithra portò il Toro in una caverna, aiutato da un cane. Afferrando il toro per le narici ed aiutato da uno scorpione e da un serpente, riuscì nell'impresa. Mithra e il dio Sole celebrarono la vittoria con un lauto banchetto. A base di carne. Di toro, ovviamente. Nella grotta nasce, nella grotta uccide, nella grotta si festeggia. Proprio qui infatti si riuniscono i suoi adepti per banchettare in suo onore. Un culto esoterico ricco di elaborati rituali, a cui appartenevano solo uomini e che aveva il carattere di una trasmissione di un sapere fondante, originario, primordiale. Che trovò i suoi adepti anche a Napoli. Anzi, Neapolis.

Il primo luogo di culto di Mithra a Napoli si trova presso la chiesa di Santa Maria del Carmine ai Mannesi, nell'area archeologica di Carminiello ai Mannesi (vico I Carminiello ai Mannesi, nei pressi del Duomo) che fu distrutta dalle bombe della seconda guerra mondiale, rivelando (solo tra gli anni sessanta e settanta) gli ambienti del culto. 

La seconda tappa ci porta invece alla Crypta Neapolitana, il traforo di età romana, scavato sotto alla collina di Posillipo. Qui nel cinquecento fu ritrovato un bassorilievo marmoreo recante la scena dell'uccisione del toro da parte del dio Mithra, un sacrificio rituale e simbolico che proverebbe l'origineindo-iranica del culto. La costruzione della grotta è avvolta dal mistero: una leggenda vuole che sia stata costruita in una sola notte da Virgilio, che nella tradizione esoterica è visto come "mago", e da altri spiriti da lui convocati. Vero è che il luogo è stato a lung sede di rituali pagani e feste orgiastiche, fino ad ospitare la festa di Piedigrotta, la festa che coinvolgeva tutto il popolo napoletano in sfrenate serate di musica e balli.

Nella gigantesca cavità di via Santa Maria a Cappella Vecchia, a due passi da piazza dei Martiri, si trova la terza tappa del tour esoterico. Il terzo mithreo si trova in uno sterminato antro scavato sotto Monte Echia (Monte di Dio) che ha perso le caratteristiche dell'antico luogo di culto per tornare ad essere una semplice cava di tufo, che oggi è adibita a parcheggio per auto e scooter. Un ulteriore tempio dedicato a Mithra si trova a Santa Maria Capua Vetere, l'antica città di Capua, in provincia di Caserta. Ma qui ci vuole l'auto, ci andiamo un'altra volta!