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Seiano - Pausilypon: passeggiata al parco archeologico


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Parco Pausilypon

Parco Pausilypon

Parco Pausilypon
Al parco Pausilypon la storia antica si congiunge a quella moderna
Per vivere Napoli bene, anzi diciamo pure alla grande, bisogna conoscere i posti più nascosti. Uno di questi è senz'altro il Parco Pausilypon. Dove si nascondono incredibili vicende di cronaca dell'epoca. E di oggi! 

Un tunnel scavato nella collina tufacea di Coroglio: la Grotta di Seiano fu scavata dai Romani per raggiungere l'altro versante, dove oggi si trova l'ampio spazio che ospita i resti della Villa di Pollione e l'anfiteatro, al Pausilypon.

La grotta di Seiano



Il parco si trova sulla baia di Trentaremi, a Posillipo e vi si accede superando il tunnel conosciuto come Grotta di Seiano, il cui ingresso è situato sulle ultime curve della discesa di Coroglio, che unisce Posillipo a Bagnoli, e dunque Neapolis alla zona flegrea. Il tunnel fu scavato da schiavi in epoca romana per consentire il rapido trasporto di materiali su bighe e carri, addirittura in doppio senso. Oggi il tunnel è più stretto dell'originario e accoglie stratificazioni di terra e materiale che accumulandosi ne hanno abbassato l'altezza. Quello che vediamo oggi è il frutto della ristrutturazione in età borbonica.

Parco Pausilypon



Alla fine della grotta si trova una necropoli e proseguendo si accede alla vasta area che affaccia su Trentaremi e dove un tempo sorgeva la villa di Pollione, un ricco romano che decise di vivere proprio in questo splendido luogo, in una mega villa con vista mare. Il cittadino romano in questione si chiamava Pollione che, morto nel 15 aC, non è mai stato un personaggio degno di eccessiva stima: sembra essere stato, anzi, piuttosto sgradevole. Fece la sua fortuna nei mercati di grano del Nord Africa ed fu, nel periodo d'oro dell'impero, l'equivalente di un multi- miliardario di oggi. Per intrattenere l'imperatore Ottaviano Augusto una notte, ordinò a uno schiavo reo di aver rotto una coppa di cristallo, di gettarsi in uno stagno dove c'era la temuta lampreda-anguilla che l'avrebbe mangiato vivo. Sconvolto, Augusto intervenne e ordinò di distruggere il resto delle tazze e stoviglie di Pollio. "Non ho mai visto un uomo più inutile" - Cicerone scrisse di Pollio. Ma la sua villa era, ed è, magnifica anche in rovina. Tornando si nota una villa moderna, appartenuta alla famiglia Ambrosio. Franco Ambrosio era stato, stranamente, un commerciante di cereali, proprio come Pollione. Nel 1990 fu indagato per frode finanziaria e brevemente incarcerato. Poi, a settantasei anni, Ambrosio e sua moglie Giovanna, sono stati trovati morti a colpi di randellate nella loro villa. Tre immigrati rumeni, uno dei quali era stato il loro giardiniere, sono stati accusati dell'omicidio.

Singolare coincidenza a distanza di millenni.

Della villa romana non rimangono che rovine, tuttavia rimangono riconoscibili i due teatri: l'Odeion, coperto e destinato a spettacoli musicali e l'anfiteatro destinato alla rappresentazione di tragedie e commedie e che un tempo poteva ospitare duemila spettatori. La luce pomeridiana trascolora nelle calde tinte del tramonto che avvolgono lo scenario esaltando le rovine marmoree e il rossiccio colonnato della villa. Emerge un'atmosfera inedita, a tratti epica e nostalgica. E dirigendosi verso l'affacciata, il verde della collina posillipina e l'azzurro del mare completano l'impatto visivo che caratterizza il luogo.

Una passeggiata che consigliamo vivamente ai nostri lettori, soprattutto nelle giornate pre-estive.