Le chiavi della città di Napoli
Il potere di aprire o chiudere, di sciogliere o legare
Nei secoli passati, al sovrano o al condottiero che occupava la città, dopo averla valorosamente conquistata, venivano offerte chiavi simboliche, considerate un segno di sottomissione e di onoreficenza, che i rappresentanti del governo locale offrivano secondo un antico cerimoniale.
Ci sono due esemplari di questo prezioso oggetto simbolico, custoditi in un quadro-medagliere, che è stato esposto al secondo piano di Palazzo San Giacomo, annesso all'edificio che ospita il Comune. Le due chiavi risalgono al XIX secolo e sono rivestite da una fine doratura.
Esse sono poste in modo speculare e simmetrico tra loro l'anello superiore è decorato da un insieme di foglie di quercia e di alloro, interrotto da una deliziosa corona; mentre nello spazio interno vi è un cavallo, che è il simbolo per eccellenza della città di Napoli. Tra l'anello e il gambo c'è uno scudo, che finge da attaccatura tra i due elementi, su cui è inciso in corsivo maiuscolo a lettere intrecciate, il monogramma CDN: Città di Napoli.
La cerimonia dell'offerta delle chiavi era un rito usuale per rappresentare l'assoggettamento della città e del suo governo; ecco perché le chiavi venivano offerte al conquistatore proprio dai rappresentati del governo locale, ossia coloro che, possedendo il potere della città, potevano tramandarlo ad altri.
Una volta accettata l'arduo incarico, il nuovo signore si legava alla città di Napoli e ne doveva tracciare il futuro nel migliore dei modi.
Le chiavi della città di solito venivano offerte su un vassoio dorato e accompagnate dal Libro dei Privilegi, che si esplicava i diritti di cui si poteva godere durante il dominio sul capoluogo partenopeo. Tra i più importanti capi del passato che ottennero in dono queste preziose chiavi, ricordiamo l'imperatore Carlo V d'Asburgo e re Carlo di Borbone, che regnarono a lungo e resero grande Napoli.
Ci sono due esemplari di questo prezioso oggetto simbolico, custoditi in un quadro-medagliere, che è stato esposto al secondo piano di Palazzo San Giacomo, annesso all'edificio che ospita il Comune. Le due chiavi risalgono al XIX secolo e sono rivestite da una fine doratura.
Esse sono poste in modo speculare e simmetrico tra loro l'anello superiore è decorato da un insieme di foglie di quercia e di alloro, interrotto da una deliziosa corona; mentre nello spazio interno vi è un cavallo, che è il simbolo per eccellenza della città di Napoli. Tra l'anello e il gambo c'è uno scudo, che finge da attaccatura tra i due elementi, su cui è inciso in corsivo maiuscolo a lettere intrecciate, il monogramma CDN: Città di Napoli.
La cerimonia dell'offerta delle chiavi era un rito usuale per rappresentare l'assoggettamento della città e del suo governo; ecco perché le chiavi venivano offerte al conquistatore proprio dai rappresentati del governo locale, ossia coloro che, possedendo il potere della città, potevano tramandarlo ad altri.
Una volta accettata l'arduo incarico, il nuovo signore si legava alla città di Napoli e ne doveva tracciare il futuro nel migliore dei modi.
Le chiavi della città di solito venivano offerte su un vassoio dorato e accompagnate dal Libro dei Privilegi, che si esplicava i diritti di cui si poteva godere durante il dominio sul capoluogo partenopeo. Tra i più importanti capi del passato che ottennero in dono queste preziose chiavi, ricordiamo l'imperatore Carlo V d'Asburgo e re Carlo di Borbone, che regnarono a lungo e resero grande Napoli.
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