Il coro delle lavandaie tra passato e presente
Il Coro delle Lavandaie è una canzone della tradizione popolare napoletana
Divenuto famoso con La gatta Cenerentola di De Simone, il Coro delle Lavandaie è un vibrante testo musicale che trova posto anche al di fuori della dimensione strettamente popolare Si dice che questa canzone popolare napoletana risalga addirittura al XIII-XIV sec., e che fosse assurta a canto di protesta contro la dominazione di dinastie straniere sul suolo di Napoli. Nel testo della canzone popolare rivisitata da Roberto De Simone nel suo capolavoro "La Gatta cenerentola" compaiono infatti termini come "moccatura", che significa fazzoletto, e in questo particolare contesto assume quindi il significato di terra, terra usurpata.
Si tratta di un'antica canzone popolare che Roberto De Simone inserì nella Gatta Cenerentola, opera che racchiudeva tutto il lavoro di ricerca della Nuova Compagnia di Canto Popolare, la formazione con cui il maestro collaborò dal 1967 al 1974. La prima peculiarità di questa canzone è forse il ritmo incalzante, estremamente coinvolgente come tutte le ballate. Quel ritmo folk da cui emerge in tutta la sua dirompenza l'anima della musica popolare napoletana. La seconda è conseguenza della prima: se in genere il lavoro artistico più concentrato sul recupero della tradizione non guadagna immediatamente l'occhiolino del pubblico più giovane, vanno invece riconosciute genuine adesioni da parte di chi la musica la fa, la vive e la dà.
A volte capita di ascoltare il "Secondo Coro delle Lavandaie" in dj-set funk e soul, come nella scaletta di Nick2Birilli, dj emiliano cresciuto coi dischi di Pino Daniele, che non ha esitato a mettere su questo disco in una serata dell'autunno 2014 nel chiostro di San Domenico. Facendo ballare anche le colonne!
Lavorare, giudicare, categorizzare gli elementi di una tradizione artistica è molto difficile e ci vogliono le pinze, soprattutto quando tali elementi ricorrono in nuovi contesti, plasmandosi e traducendosi a seconda delle nuove scene, dove andranno a sistemarsi. La musica popolare è forse l'espressione canora e musicale più autentica di una terra. E va protetta, tutelata, studiata, ospitata. Perché il suo potenziale è enorme, soprattutto se riesce, a distanza di secoli, a dialogare con le forme più attuali.
Si tratta di un'antica canzone popolare che Roberto De Simone inserì nella Gatta Cenerentola, opera che racchiudeva tutto il lavoro di ricerca della Nuova Compagnia di Canto Popolare, la formazione con cui il maestro collaborò dal 1967 al 1974. La prima peculiarità di questa canzone è forse il ritmo incalzante, estremamente coinvolgente come tutte le ballate. Quel ritmo folk da cui emerge in tutta la sua dirompenza l'anima della musica popolare napoletana. La seconda è conseguenza della prima: se in genere il lavoro artistico più concentrato sul recupero della tradizione non guadagna immediatamente l'occhiolino del pubblico più giovane, vanno invece riconosciute genuine adesioni da parte di chi la musica la fa, la vive e la dà.
A volte capita di ascoltare il "Secondo Coro delle Lavandaie" in dj-set funk e soul, come nella scaletta di Nick2Birilli, dj emiliano cresciuto coi dischi di Pino Daniele, che non ha esitato a mettere su questo disco in una serata dell'autunno 2014 nel chiostro di San Domenico. Facendo ballare anche le colonne!
Lavorare, giudicare, categorizzare gli elementi di una tradizione artistica è molto difficile e ci vogliono le pinze, soprattutto quando tali elementi ricorrono in nuovi contesti, plasmandosi e traducendosi a seconda delle nuove scene, dove andranno a sistemarsi. La musica popolare è forse l'espressione canora e musicale più autentica di una terra. E va protetta, tutelata, studiata, ospitata. Perché il suo potenziale è enorme, soprattutto se riesce, a distanza di secoli, a dialogare con le forme più attuali.
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