La leggenda di San Gennaro e del Vesuvio
L'eruzione del Vesuvio sul Ponte della Maddalena
Il Ponte della Maddalena è tra i più antichi costruiti a Napoli, un tempo era foce del Sebeto ed è famoso per la presenza della Caserma di Cavalleria Borbonica (Caserma Bianchini) realizzata da Vanvitelli; esso prende il nome da una chiesa intitolata a Maria Maddalena.
Il ponte della Maddalena fu teatro di vari scontri epici, il più importante dei quali fu la cacciata da Napoli, nel 1799, da parte dei Lazzari guidati dal Cardinale Ruffo, delle truppe francesi della Repubblica Partenopea. Tuttavia, l’episodio che più si ricorda è la calamitosa eruzione del Vesuvio, risalente al 1631, che minacciava di distruggere Napoli, se non fosse intervenuto a fermarla il protettore della città: San Gennaro, con la poderosa mano destra protesa verso l’alto.
A ricordare la mitica impresa vi è ancora sul ponte della Maddalena la sua statua realizzata da Francesco Celebrano, purtroppo da anni con le dita mozzate per via di atti vandalici di alcuni scugnizzi partenopei. Collocato proprio di fronte alla statua del patrono napoletano, vi è il santo boemo Giovanni Nepomuceno, fustigatore di alluvioni ed annegamenti, purtroppo ora con il braccio spezzato. Entrambe le opere scultoree sono poste in edicole votive, ai lati della strada.
La vicenda miracolosa iniziò quando il Vesuvio emise un’enorme quantità di lava che viaggiò per chilometri, devastando tantissimi paesi vesuviani e la sua forza distruttrice arrivò fino al Ponte della Maddalena. Nel frattempo, una folla terrorizzata aveva portato il santo patrono di Napoli sul luogo interessato dalla catastrofe naturale e lo supplicò di arrestare la furia del vulcano; fortunatamente la lava si arrestò come ad obbedire alla volontà di San Gennaro, non causando danni e salvò la vita agli abitanti della zona.
Ancora oggi, nella memoria della città partenopea è ben presente l’evento e l’intervento provvidenziale del santo patrono, che continua a vegliare incessantemente su questa meravigliosa città, per proteggerla da ogni calamità ed evento funesto.
Il ponte della Maddalena fu teatro di vari scontri epici, il più importante dei quali fu la cacciata da Napoli, nel 1799, da parte dei Lazzari guidati dal Cardinale Ruffo, delle truppe francesi della Repubblica Partenopea. Tuttavia, l’episodio che più si ricorda è la calamitosa eruzione del Vesuvio, risalente al 1631, che minacciava di distruggere Napoli, se non fosse intervenuto a fermarla il protettore della città: San Gennaro, con la poderosa mano destra protesa verso l’alto.
A ricordare la mitica impresa vi è ancora sul ponte della Maddalena la sua statua realizzata da Francesco Celebrano, purtroppo da anni con le dita mozzate per via di atti vandalici di alcuni scugnizzi partenopei. Collocato proprio di fronte alla statua del patrono napoletano, vi è il santo boemo Giovanni Nepomuceno, fustigatore di alluvioni ed annegamenti, purtroppo ora con il braccio spezzato. Entrambe le opere scultoree sono poste in edicole votive, ai lati della strada.
La vicenda miracolosa iniziò quando il Vesuvio emise un’enorme quantità di lava che viaggiò per chilometri, devastando tantissimi paesi vesuviani e la sua forza distruttrice arrivò fino al Ponte della Maddalena. Nel frattempo, una folla terrorizzata aveva portato il santo patrono di Napoli sul luogo interessato dalla catastrofe naturale e lo supplicò di arrestare la furia del vulcano; fortunatamente la lava si arrestò come ad obbedire alla volontà di San Gennaro, non causando danni e salvò la vita agli abitanti della zona.
Ancora oggi, nella memoria della città partenopea è ben presente l’evento e l’intervento provvidenziale del santo patrono, che continua a vegliare incessantemente su questa meravigliosa città, per proteggerla da ogni calamità ed evento funesto.