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L’incendio del campanile del Carmine


| In città
Incendio Campanile del carmine

Incendio Campanile del carmine

Incendio Campanile del carmine
Una storia lunga oltre cent'anni
Oggi agli occhi distratti di un passante è un enorme parcheggio, ma Piazza del Carmine è stata molto di più. A ridosso dell’antico porto, piazza del mercato, il suo basolato in pietra di piperno ha impresso in sé la storia di centinaia di anni. La chiesa del Carmine domina questa vista e da tempo è testimone delle vicende della vita della città di Napoli: esecuzioni capitali, rivolte, tradimenti… Il suo campanile è il miglior punto di avvistamento - e da avvistare.
E’, infatti il più alto della città ed è protagonista ogni 15 luglio di una spettacolare celebrazione. Nel giorno della Madonna del Carmine, infatti il campanile si veste di luce. E’ l’incendio del Carmine, un evento cui accorrono migliaia di persone incollate con lo sguardo all’insù. Nel ‘500 si usava simulare un attacco a un fortino posticcio costruito ad hoc in piazza e terminare la simulazione con l’incendio del campanile.
Proprio durante una di queste rappresentazioni cominciò la rivolta di Masaniello che era uno dei capi-lazzari che assaltavano il fortino. I Borbone, da sempre devoti alla Vergine, omaggiavano la festa con due barili di polvere nera per gli spettacoli pirotecnici e da tutti gli angoli del regno arrivavano folle richiamati dall’evento e intrattenuti da bancarelle di tutti i tipi. Alle 22 si spengono le luci e lo spettacolo comincia, simile a un capodanno fuori stagione. Il campanile è illuminato a giorno da bengala e girandole multicolore 'incendio: delle piogge colorate rivestono l'intera mole del Campanile e illuminano a giorno la piazza. Poi tra sbuffi di fuoco e scoppi si accende la croce in cima al campanile.
Così tra lo stupore e la meraviglia di tutti gli astanti si consuma questa ritualità pregna della spiritualità cattolica e pagana della Napoli senza tempo.