Parco Archeologico di Baia
Alla scoperta di capolavori dell'antichità nelle acque di Baia
Il Parco Archeologico sommerso di Baia si trova al di sotto del livello del mare. Come mai? Semplicemente perché nella zona vulcanica dei Campi Flegrei c’è il fenomeno del bradisismo.
Esso consiste in un innalzamento o abbassamento del livello del suolo, dovuto alle variazioni del volume di una camera magmatica prossima alla superficie, la quale si riempirebbe e si svuoterebbe ciclicamente. Dunque, nel corso del tempo, a causa di questo fenomeno costante l'antica fascia costiera ha subito uno sprofondamento, provocando la sommersione di tutti gli edifici lì presenti.
Si trattava di siti risalenti all'epoca romana e i primi ritrovamenti di reperti archeologici avvennero in occasione dell'ampliamento della banchina del porto, con rilevamento di sculture ed elementi architettonici di epoca imperiale. Solo negli anni '60 venne effettuata la prima campagna di rilevamento archeologico subacqueo nelle acque di Baia, portando in vista la prima carta archeologica di questa spettacolare città sommersa. Tra i primi capolavori ritrovati c’è il Ninfeo dell'imperatore Claudio, ma in buona parte si tratta di opere architettoniche costruite sul versante settentrionale, meglio conservate perché meno percorse dalle rotte commerciali.
In particolare, ci sono i resti del canale di accesso al Baianus Lacus, quelli di un complesso termale ad est di Punta Epitaffio, parti della Villa dei Pisoni, oltre ad antiche taverne e resti di peschiere. Invece, sulla sponda meridionale, nella zona antistante i cantieri navali e la banchina portuale, si conservano solo pochi resti di edifici, dove è emerso il molo di una banchina in calcestruzzo. A sud della punta del Castello di Baia, grazie alla maggiore profondità sono stati reperite antiche peschiere, utilizzate per l'allevamento di pesci e molluschi.
Il Parco Archeologico di Baia attualmente è un’area marina protetta, un vero e proprio patrimonio storico e ambientale e, dal 1999, è possibile anche effettuare escursioni subacquee, per fare un meraviglioso tuffo nel passato.
Esso consiste in un innalzamento o abbassamento del livello del suolo, dovuto alle variazioni del volume di una camera magmatica prossima alla superficie, la quale si riempirebbe e si svuoterebbe ciclicamente. Dunque, nel corso del tempo, a causa di questo fenomeno costante l'antica fascia costiera ha subito uno sprofondamento, provocando la sommersione di tutti gli edifici lì presenti.
Si trattava di siti risalenti all'epoca romana e i primi ritrovamenti di reperti archeologici avvennero in occasione dell'ampliamento della banchina del porto, con rilevamento di sculture ed elementi architettonici di epoca imperiale. Solo negli anni '60 venne effettuata la prima campagna di rilevamento archeologico subacqueo nelle acque di Baia, portando in vista la prima carta archeologica di questa spettacolare città sommersa. Tra i primi capolavori ritrovati c’è il Ninfeo dell'imperatore Claudio, ma in buona parte si tratta di opere architettoniche costruite sul versante settentrionale, meglio conservate perché meno percorse dalle rotte commerciali.
In particolare, ci sono i resti del canale di accesso al Baianus Lacus, quelli di un complesso termale ad est di Punta Epitaffio, parti della Villa dei Pisoni, oltre ad antiche taverne e resti di peschiere. Invece, sulla sponda meridionale, nella zona antistante i cantieri navali e la banchina portuale, si conservano solo pochi resti di edifici, dove è emerso il molo di una banchina in calcestruzzo. A sud della punta del Castello di Baia, grazie alla maggiore profondità sono stati reperite antiche peschiere, utilizzate per l'allevamento di pesci e molluschi.
Il Parco Archeologico di Baia attualmente è un’area marina protetta, un vero e proprio patrimonio storico e ambientale e, dal 1999, è possibile anche effettuare escursioni subacquee, per fare un meraviglioso tuffo nel passato.
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