Frankenstein è nato a Napoli
Vedi Napoli e poi muori. Ma se incontri il dr. Frankenstein potresti resuscitare
E proseguendo la lettura di Mary Shelley ti ritrovi nuovamente a Napoli. Insomma Frankenstein è nato a Napoli. Frankenstein è napoletano - Ebbene si. L'ambizioso dottore pare sia nato alla Riviera di Chiaia da una nobile famiglia. Se non l'avete mai letto, aprite il libro al primo capitolo e scoprirete che il protagonista non è nato in un monastero in Baviera o in un castello della Renania, ma incredibilmente a Napoli, sotto al sole, vicino al mare, a 35° in estate e 15° in inverno. E pensare che i morti si mantengono meglio al fresco piuttosto che al caldo
E l'ultimo uomo pure - "Last man" è il titolo del terzo romanzo di Mary Shelley. E di sorprese ne troviamo anche qui perché facendo una breve analisi dei contenuti e delle aspirazioni dell'autrice, si nota chiaramente l'interesse verso la dimensione paranormale, rituale, esoterica della città di Napoli. Infatti è da questa città che parte e prende spunto il racconto dell'"Ultimo Uomo".
Il romanzo, è preceduto da una "Introduzione" in cui il narratore e un suo compagno, durante una visita alla grotta della Sibilla cumana, sul lago d'Averno (passaggio per gli Inferi nella mitologia classica, luogo caro ad Enea), si allontanano dalle guide e si avventurano in un cunicolo, ufficialmente chiuso ai turisti. I due impavidi studiosi scoprono qualcosa di estremamente straordinario: foglie e cortecce sulle quali sono riportati, gli argomenti e le parole che una volta tradotti, daranno luogo al libro. WoW! Tra l'altro l'autrice esordisce con un'affermazione assolutamente riscontrabile nella sua autobiografia: "Visitai Napoli nell'anno 1818".Da questa affermazione scaturisce il resoconto di un incredibile scoperta archeologica che anticipa lo sterminio quasi totale della specie umana (quelli di massa li fa chi ha interesse a mantenere in vita un'altra massa, quella da controllare): come il "felice" titolo fa prevedere (Last man), l'umanità sarà annientata eccetto un ultimo superstite rappresentante della specie. La storia viene narrata sotto forma di profezia e si realizzerà tra il 2073 e il 2100.
L'opera inizia a Napoli e termina a Roma, dopo che gli ultimi superstiti decidono di affrontare un lungo viaggio verso il Sud, dall'Inghilterra a una specie di Terra Promessa. "Dobbiamo cercare un paradiso naturale, un giardino dell'Eden sulla Terra che possa facilmente sopperire alle nostre necessità primarie e che sia dotato di un clima tanto dolce da poter compensare le gioie del mondo cui abbiamo dovuto rinunciare". Queste le parole usate di Lionel, il protagonista, prima della partenza. Presto però il sogno del paradiso terrestre si sgretola, lasciando Lionel nella solitudine che deve soffrire l'unico superstite dell'umanità, testimone della rivincita della natura sulla folle esaltazione delle capacità umane.
La Cappella Sansevero- A dire la verità questo recupero horror ottocentesco ambientato a Napoli, un qualche collegamento, una certa ragione, un riferimento con la realtà ce l'ha. In effetti dal cimitero delle anime pezzentelle, ai vari reliquari della città, fino alla geniale e superba intuizione alchemica del Principe di San Severo, Napoli è una città da urlo. Delle varie esperienze esoteriche citate, quella dell'alchimista San severo è forse la più fantascientifica, la più affascinante. E di sicuro è quella che meglio si ricollega al romanzo della Shelley: Frankenstein come San Severo qualche decennio prima, aspirano alla creazione divina con la stessa vanagloriosa presunzione che fu di Prometeo molti secoli e leggende fa.
E l'ultimo uomo pure - "Last man" è il titolo del terzo romanzo di Mary Shelley. E di sorprese ne troviamo anche qui perché facendo una breve analisi dei contenuti e delle aspirazioni dell'autrice, si nota chiaramente l'interesse verso la dimensione paranormale, rituale, esoterica della città di Napoli. Infatti è da questa città che parte e prende spunto il racconto dell'"Ultimo Uomo".
Il romanzo, è preceduto da una "Introduzione" in cui il narratore e un suo compagno, durante una visita alla grotta della Sibilla cumana, sul lago d'Averno (passaggio per gli Inferi nella mitologia classica, luogo caro ad Enea), si allontanano dalle guide e si avventurano in un cunicolo, ufficialmente chiuso ai turisti. I due impavidi studiosi scoprono qualcosa di estremamente straordinario: foglie e cortecce sulle quali sono riportati, gli argomenti e le parole che una volta tradotti, daranno luogo al libro. WoW! Tra l'altro l'autrice esordisce con un'affermazione assolutamente riscontrabile nella sua autobiografia: "Visitai Napoli nell'anno 1818".Da questa affermazione scaturisce il resoconto di un incredibile scoperta archeologica che anticipa lo sterminio quasi totale della specie umana (quelli di massa li fa chi ha interesse a mantenere in vita un'altra massa, quella da controllare): come il "felice" titolo fa prevedere (Last man), l'umanità sarà annientata eccetto un ultimo superstite rappresentante della specie. La storia viene narrata sotto forma di profezia e si realizzerà tra il 2073 e il 2100.
L'opera inizia a Napoli e termina a Roma, dopo che gli ultimi superstiti decidono di affrontare un lungo viaggio verso il Sud, dall'Inghilterra a una specie di Terra Promessa. "Dobbiamo cercare un paradiso naturale, un giardino dell'Eden sulla Terra che possa facilmente sopperire alle nostre necessità primarie e che sia dotato di un clima tanto dolce da poter compensare le gioie del mondo cui abbiamo dovuto rinunciare". Queste le parole usate di Lionel, il protagonista, prima della partenza. Presto però il sogno del paradiso terrestre si sgretola, lasciando Lionel nella solitudine che deve soffrire l'unico superstite dell'umanità, testimone della rivincita della natura sulla folle esaltazione delle capacità umane.
La Cappella Sansevero- A dire la verità questo recupero horror ottocentesco ambientato a Napoli, un qualche collegamento, una certa ragione, un riferimento con la realtà ce l'ha. In effetti dal cimitero delle anime pezzentelle, ai vari reliquari della città, fino alla geniale e superba intuizione alchemica del Principe di San Severo, Napoli è una città da urlo. Delle varie esperienze esoteriche citate, quella dell'alchimista San severo è forse la più fantascientifica, la più affascinante. E di sicuro è quella che meglio si ricollega al romanzo della Shelley: Frankenstein come San Severo qualche decennio prima, aspirano alla creazione divina con la stessa vanagloriosa presunzione che fu di Prometeo molti secoli e leggende fa.