Maledizione della Contessa di Saponara
La triste leggenda del Monastero dei SS. Severino e Sossio
Un mistero avvolge il famosissimo Monastero dei Santi Severino e Sossio, situato a Napoli sul colle Monterone. A destra dell’altare maggiore, all'interno della Cappella Sanseverino, si trova il sepolcro che racchiude i corpi di tre giovani: Jacopo, Sigismondo e Ascanio Sanseverino.
Questi erano i figli di Ippolita de Monti, la cosiddetta contessa di Saponara; sulla tomba sono stati raffigurati seduti e non sdraiati, con in mano un libro, che per alcuni simboleggia la Vita, mentre per altri indicherebbe la Morte. La tragedia avvenne nel lontano ‘400, quando c’era un aspro conflitto tra la casa reale d'Aragona e i ceti nobiliari.
I tre ragazzi andarono a caccia sul Monte Albano, dove vennero uccisi dallo zio Girolamo, che in tal modo sarebbe entrato in possesso della ricca eredità. L’arma del delitto fu un calice di vino avvelenato, che fece loro patire le pene dell’inferno per ben due giorni, finché non si spensero tra le braccia dell’amata madre. A tal punto la Contessa di Saponara, infuriata per il triste destino dei figli, maledì la famiglia Sanseverino e i loro beni; di lì a poco il marito morì, le ricchezze furono disperse, ma purtroppo lo zio malvagio venne scarcerato dopo una breve prigionia.
Ad oggi resta il mausoleo di imponente bellezza in ricordo di tre giovani ragazzi, vittime di giochi di potere e bramosie smisurate...quando si dice “parenti serpenti”. La sacralità del luogo lascia sempre attoniti i visitatori, tra cui anche gli studenti universitari, che amano trascorrere le ore in questo monastero, circondati dal religioso silenzio, dove però rimbomba potente l'eco di vendetta che sembra ancora non aver trovato pace.
Voi conoscevate questa leggenda?
Questi erano i figli di Ippolita de Monti, la cosiddetta contessa di Saponara; sulla tomba sono stati raffigurati seduti e non sdraiati, con in mano un libro, che per alcuni simboleggia la Vita, mentre per altri indicherebbe la Morte. La tragedia avvenne nel lontano ‘400, quando c’era un aspro conflitto tra la casa reale d'Aragona e i ceti nobiliari.
I tre ragazzi andarono a caccia sul Monte Albano, dove vennero uccisi dallo zio Girolamo, che in tal modo sarebbe entrato in possesso della ricca eredità. L’arma del delitto fu un calice di vino avvelenato, che fece loro patire le pene dell’inferno per ben due giorni, finché non si spensero tra le braccia dell’amata madre. A tal punto la Contessa di Saponara, infuriata per il triste destino dei figli, maledì la famiglia Sanseverino e i loro beni; di lì a poco il marito morì, le ricchezze furono disperse, ma purtroppo lo zio malvagio venne scarcerato dopo una breve prigionia.
Ad oggi resta il mausoleo di imponente bellezza in ricordo di tre giovani ragazzi, vittime di giochi di potere e bramosie smisurate...quando si dice “parenti serpenti”. La sacralità del luogo lascia sempre attoniti i visitatori, tra cui anche gli studenti universitari, che amano trascorrere le ore in questo monastero, circondati dal religioso silenzio, dove però rimbomba potente l'eco di vendetta che sembra ancora non aver trovato pace.
Voi conoscevate questa leggenda?