Vivara, dall'età del bronzo al Guinnes dei primati
Tra Procida e il suo orizzonte su Ischia si staglia l’isolotto di Vivara
L’origine del nome inconsueto è dibattuta. Pare che derivi dal latino vivarium, cioè «luogo in cui vivono animali». Meno di mezzo km quadrato e un perimetro di circa 3 km a forma di mezzaluna, Vivara è sotto la giurisdizione del Comune di Procida. E all’isola de “Il Postino” è anche collegata da un ponte non carrozzabile, usato per sostenere la condotta idrica che rifornisce la vicina Ischia.
Questo piccolo angolo di paradiso al largo di Napoli e Pozzuoli è attualmente disabitato.
Dichiarata riserva naturale statale anche il suo litorale è preservato grazie alla inclusione nell'Area marina protetta Regno di Nettuno.
L’intera zona dei Campi Flegrei e lo specchio di mare antistante sono, è noto, parte di un’immensa caldera vulcanica. La più grande al mondo.
Vivara costituisce il margine occidentale di un cratere vulcanico di circa 55mila anni fa per metà sommerso. Le fonti ci raccontano di una Vivara ancora collegata a Procida attraverso una falesia ora inabissata.
Quanto è antica la presenza dell’uomo su Vivara? Attraverso scavi durati oltre un secolo, si è arrivati ad attestare un insediamento umano tra il 17° e il 14° secolo a.C.
L’isola diventa più piccola. Esplorazioni archeo - subacquee hanno consentito di provare un abbassamento del suolo dovuto ai frequenti bradisismi dimostrando, così, che 'isola doveva essere più estesa di quanto sia oggi.
Quello che queste esplorazioni hanno consentito di affermare è che quasi 4000 anni fa, Vivara era uno snodo centrale nei commerci marittimi tra l’alto Mediterraneo e il medioriente.
Superata l’età del bronzo, scompaiono le tracce di vita dall’isolotto.
Si dovrà attendere il regno di Carlo di Borbone, per vedere un rinnovato interesse verso Vivara. L’amato re trasforma l’isola in una riserva di caccia, popolandola di conigli e caprioli.
Dopo diversi passaggi di proprietà del luogo che attraversano l’arco di due secoli, nel 2015 torna sotto il controllo della famiglia Scotto La Chianca.
Piccole cose curiose: Vivara è entrata nel Guinness dei primati per ospitare il ponte tibetano più lungo del mondo.
Il ponte, lungo 362 metri, fu realizzato tra il 2 e il 10 luglio 2001 ed è ancora visibile dal mare o da Procida.
Questo piccolo angolo di paradiso al largo di Napoli e Pozzuoli è attualmente disabitato.
Dichiarata riserva naturale statale anche il suo litorale è preservato grazie alla inclusione nell'Area marina protetta Regno di Nettuno.
L’intera zona dei Campi Flegrei e lo specchio di mare antistante sono, è noto, parte di un’immensa caldera vulcanica. La più grande al mondo.
Vivara costituisce il margine occidentale di un cratere vulcanico di circa 55mila anni fa per metà sommerso. Le fonti ci raccontano di una Vivara ancora collegata a Procida attraverso una falesia ora inabissata.
Quanto è antica la presenza dell’uomo su Vivara? Attraverso scavi durati oltre un secolo, si è arrivati ad attestare un insediamento umano tra il 17° e il 14° secolo a.C.
L’isola diventa più piccola. Esplorazioni archeo - subacquee hanno consentito di provare un abbassamento del suolo dovuto ai frequenti bradisismi dimostrando, così, che 'isola doveva essere più estesa di quanto sia oggi.
Quello che queste esplorazioni hanno consentito di affermare è che quasi 4000 anni fa, Vivara era uno snodo centrale nei commerci marittimi tra l’alto Mediterraneo e il medioriente.
Superata l’età del bronzo, scompaiono le tracce di vita dall’isolotto.
Si dovrà attendere il regno di Carlo di Borbone, per vedere un rinnovato interesse verso Vivara. L’amato re trasforma l’isola in una riserva di caccia, popolandola di conigli e caprioli.
Dopo diversi passaggi di proprietà del luogo che attraversano l’arco di due secoli, nel 2015 torna sotto il controllo della famiglia Scotto La Chianca.
Piccole cose curiose: Vivara è entrata nel Guinness dei primati per ospitare il ponte tibetano più lungo del mondo.
Il ponte, lungo 362 metri, fu realizzato tra il 2 e il 10 luglio 2001 ed è ancora visibile dal mare o da Procida.