Mostra d'Oltremare, il complesso espositivo di Napoli
| In città
Uno dei più importanti centri fieristici d'italia e sede di eventi culturali
Estesa su una superficie di 720.000 m², la Mostra d'oltremare rappresenta un'importante risorsa artistica e turistica con i suoi edifici di notevole interesse storico-architettonico Nata nel 1937 come Triennale d'Oltremare, la mostra fu ideata come "Esposizione Tematica Universale" e, insieme al parco dell'Esposizione Universale di Roma (EUR), avrebbe ospitato una manifestazione volta a celebrare l'espansione politica ed economica dell'Italia fascista sui mari e nelle cosiddette terre d'oltremare.
Per tale scopo s'individuò nella città di Napoli il punto di partenza ideale per la colonizzazione culturale del Mediterraneo, nel quale la città partenopea occupa posizione centrale e privilegiata. Inaugurata ufficialmente il 9 maggio 1940, dall'on. Vincenzo Tecchio, la "I Mostra Triennale delle Terre Italiane d'Oltremare" terminò appena un mese dopo, a causa dello scoppio del conflitto mondiale, i cui bombardamenti l'avrebbero consistentemente danneggiata. Oggi la Mostra d'Oltremare è dotata di 36 padiglioni espositivi, un palazzo degli uffici, un'arena all'aperto, due teatri, una piscina olimpionica, ristoranti e caffè, un parco divertimenti.
E pare che oggi le istituzioni faranno maggior attenzione a questa immensa location che torna a funzionare come parco per giochi e passeggiate ma anche per concerti e spettacoli. La speranza è infatti quella di poter usufruire di una sede vasta e attrezzata come questa per ospitare grandi eventi che possano in qualche modo attivare un circuito economico e rappresentare nuove occasioni di lavoro.
Ecco gli edifici più importanti della Mostra d'Oltremare:
Torre delle Nazioni (in origine definita torre del Partito Nazionale Fascista), 1939, architetto Venturino Ventura
Padiglione dell’Africa Orientale Italiana ("Cubo d'oro"), 1939, architetti Mario Zanetti, Luigi Racheli e Paolo Zella Milillo.
Padiglione delle isole italiane nell’Egeo, 1939, architetto Giovanni Battista Ceas
Padiglione della Civiltà Cristiana in Africa (attuale chiesa di Santa Francesca Cabrini), 1939, architetto Roberto Pane Palazzo degli Uffici, 1939, architetto Marcello Canino Teatro Mediterraneo, 1939, architetti Barillà, Gentile, Mellia e Sambito.
Fontana dell'Esedra, 1939, architetti Luigi Piccinato, Carlo Cocchia
Per tale scopo s'individuò nella città di Napoli il punto di partenza ideale per la colonizzazione culturale del Mediterraneo, nel quale la città partenopea occupa posizione centrale e privilegiata. Inaugurata ufficialmente il 9 maggio 1940, dall'on. Vincenzo Tecchio, la "I Mostra Triennale delle Terre Italiane d'Oltremare" terminò appena un mese dopo, a causa dello scoppio del conflitto mondiale, i cui bombardamenti l'avrebbero consistentemente danneggiata. Oggi la Mostra d'Oltremare è dotata di 36 padiglioni espositivi, un palazzo degli uffici, un'arena all'aperto, due teatri, una piscina olimpionica, ristoranti e caffè, un parco divertimenti.
E pare che oggi le istituzioni faranno maggior attenzione a questa immensa location che torna a funzionare come parco per giochi e passeggiate ma anche per concerti e spettacoli. La speranza è infatti quella di poter usufruire di una sede vasta e attrezzata come questa per ospitare grandi eventi che possano in qualche modo attivare un circuito economico e rappresentare nuove occasioni di lavoro.
Ecco gli edifici più importanti della Mostra d'Oltremare:
Torre delle Nazioni (in origine definita torre del Partito Nazionale Fascista), 1939, architetto Venturino Ventura
Padiglione dell’Africa Orientale Italiana ("Cubo d'oro"), 1939, architetti Mario Zanetti, Luigi Racheli e Paolo Zella Milillo.
Padiglione delle isole italiane nell’Egeo, 1939, architetto Giovanni Battista Ceas
Padiglione della Civiltà Cristiana in Africa (attuale chiesa di Santa Francesca Cabrini), 1939, architetto Roberto Pane Palazzo degli Uffici, 1939, architetto Marcello Canino Teatro Mediterraneo, 1939, architetti Barillà, Gentile, Mellia e Sambito.
Fontana dell'Esedra, 1939, architetti Luigi Piccinato, Carlo Cocchia