Skip to main content

Te voglio bene assaje: Maurizio Sarri


| We love Naples
  • Maurizi Sarri Napoli

    Maurizi Sarri Napoli

  • Maurizi Sarri Napoli
Perché Maurizio Sarri piace così tanto ai Napoletani?
Accolto con cauto ottimismo, mister Maurizio Sarri è giunto alla S.S.C. Napoli in sordina ed ora è un beniamino per i napoletani. Anche per quelli che non seguono alcuno sport. Tutti i perché di quest'amore in tinta azzurra. Il tecnico proveniente professionalmente da Empoli è il nuovo allenatore del Napoli per la stagione in corso ed oggi è uno dei volti più apprezzati dai Napoletani. Come tutte le novità, anche Maurizio Sarri è stato accolto in città con cauto ottimismo, che ha saputo trasformare in esaltazione in un paio di mesi e una valanga di gol. Dissipando i dubbi "provincialistici" dei suoi detrattori. Perché Sarri piace così tanto ai Napoletani? Proviamo a dare delle risposte, anche fuori del rettangolo verde:

perché con la barba incolta e lo sguardo corrucciato sotto gli occhiali sembra Don Pietro Savastano di "Gomorra - La serie";
perché è un uomo semplice con idee e teorie di gioco valide ed efficaci;
perché grazie alle sue idee ha ricompattato uno spogliatoio che aveva perso fiducia;
perché ha una coscienza "sociale";
perché è un uomo semplice proveniente da una famiglia operaia;
perché è nato a Napoli mentre suo padre lavorava all'Italsider di Bagnoli;
perché è toscano ma tifa Napoli, sin da piccolo;
perché non vedeva l'ora di allenare il Napoli;
perché ha un'etica di lavoro che gli procura il rispetto anche dal più riottoso campione;
perché sa usare il bastone e la carota;
perché se ha un'idea non ne è prigioniero e soprattutto è capace di cambiarla;
perché guadagna molto meno dei suoi colleghi;
perché gli basta così;
perché lo farebbe gratis dopo il lavoro;
perché fuma come un turco;
perché indossa solo la tuta e mai la giacca;
perché se gli chiedi se è l'anno giusto, lui si dà una grattata scaramantica;
perché sa scherzare coi giornalisti;
perché sa metterli a posto con una precisione scientifica;
perché quando s'incazza non usa altri termini, nemmeno in sala stampa e ai microfoni delle tv.

Emerge un profilo "basso" (rispetto ai modelli mediatici più diffusi) in cui si concentrano consapevolezza e lucidità, idee e strumenti, umiltà e cultura del lavoro, organizzazione e dedizione. Ma Sarri non è solo un concentrato di rigore e concentrazione: dopotutto è un toscano sanguigno come il suo predecessore livornese (no, di san Vincenzo) Walter Mazzarri, che pure riuscì a dare un'anima alla squadra con sacrificio e spirito di gruppo, prima del biennio Benitez.

Forse è questo che piace ai tifosi del Napoli e ai Napoletani: l'umile provenienza e la cultura dell'impegno miscelati in un carattere sicuro e determinato, che sa quale strada battere e come non ripetere gli errori. Le sue dichiarazioni, a inizio stagione e nel suo svolgimento, hanno convinto i suoi detrattori e confermato le già ottime impressioni sul Sarri-pensiero: "Non scherziamo veramente. Sono figlio di operai, ciò che percepisco basta e avanza. Mi pagano per fare una cosa che avrei fatto la sera, dopo il lavoro e gratis. Sono fortunato". Ma dove lo trovi uno così, oggi? A noi ci piace assaje!