Leggenda di Marina di Camerota
La sirena che stregò il cuore di Palinuro
Il Comune di Marina di Camerota è legato ad una straordinaria leggenda con protagonista il giovane Palinuro, nocchiero di Enea.
Egli si innamorò di una sirena di nome Kamaratòn, che però non ricambiava il suo amore. Palinuro la inseguì disperatamente nelle profondità del mare, andando però incontro alla morte. La dea dell'amore Venere, dispiaciuta per il sacrificio vano del giovane, decise di punire Kamaraton, trasformandola in un promontorio rivolto verso il mare, così ad osservare in eterno il suo amante respinto.
Nacquero così Camerota e Capo Palinuro, che distano appena otto chilometri l'uno dall'altro; in realtà, Camerota è stata fondata dai Focei, nel VI secolo a.C., e il suo nome greco Kamaratòn significa letteralmente “costruzione ad arco o a volta”. Probabilmente perché nella zona sono presenti numerose grotte naturali con questa forma, oppure per il poco distante Arco Naturale presente a Palinuro. A proposito di grotte, sono praticamente disseminate su tutto il territorio e in alcune di esse sono stati ritrovati importanti reperti archeologici risalenti persino all'età della pietra. Le più esemplari sono la Grotta del Pesce, dell’Autaro e di Caprara, oggi adibita a discoteca, che si trovano a confine con Palinuro lungo la cosiddetta Cala del Cefalo.
Si narra che Venere non si accontentò di aver trasformato Kamaratòn in roccia, bensì proseguì la propria vendetta devastando la città di Camerota, che fu saccheggiata dai pirati e depredata con grande crudeltà. Ancora più impressionante è chi collega tale malvagità al fatto che le rose rosse di Paestum fossero, in quel periodo, ricoperte di fuliggine.
Voi conoscevate questa leggenda?
Egli si innamorò di una sirena di nome Kamaratòn, che però non ricambiava il suo amore. Palinuro la inseguì disperatamente nelle profondità del mare, andando però incontro alla morte. La dea dell'amore Venere, dispiaciuta per il sacrificio vano del giovane, decise di punire Kamaraton, trasformandola in un promontorio rivolto verso il mare, così ad osservare in eterno il suo amante respinto.
Nacquero così Camerota e Capo Palinuro, che distano appena otto chilometri l'uno dall'altro; in realtà, Camerota è stata fondata dai Focei, nel VI secolo a.C., e il suo nome greco Kamaratòn significa letteralmente “costruzione ad arco o a volta”. Probabilmente perché nella zona sono presenti numerose grotte naturali con questa forma, oppure per il poco distante Arco Naturale presente a Palinuro. A proposito di grotte, sono praticamente disseminate su tutto il territorio e in alcune di esse sono stati ritrovati importanti reperti archeologici risalenti persino all'età della pietra. Le più esemplari sono la Grotta del Pesce, dell’Autaro e di Caprara, oggi adibita a discoteca, che si trovano a confine con Palinuro lungo la cosiddetta Cala del Cefalo.
Si narra che Venere non si accontentò di aver trasformato Kamaratòn in roccia, bensì proseguì la propria vendetta devastando la città di Camerota, che fu saccheggiata dai pirati e depredata con grande crudeltà. Ancora più impressionante è chi collega tale malvagità al fatto che le rose rosse di Paestum fossero, in quel periodo, ricoperte di fuliggine.
Voi conoscevate questa leggenda?