Zizzona di Battipaglia
La leggenda di una gigantesca mozzarella
La zizzona di Battipaglia è una mozzarella di bufala di enormi dimensioni, che variano da 1 fino a 15 kg, la cui forma ricorda un abbondante seno femminile.
La zizzona è uno dei prodotti per eccellenza della gastronomia campana, spesso chiamata anche mozzata. Secondo la leggenda, la mozzata nacque ad opera della ninfa Baptì-Palìa, che regnava nelle paludi della pianura di Battipaglia. Ella, dopo aver munto con cura le bufale che pascolavano nelle vicinanze, procedeva ad una lavorazione complessa fino alla filatura della cagliata, parte da cui poi ricavava sfere mozzate. La ninfa le riponeva in cestini di vimini, decorandole con foglie e ramoscelli di mirto per esaltarne il sapore e offrirle in dono agli Dei . Un giorno però, la bella Baptì- Palìa incontrò un giovane di nome Tusciano, appisolato sulla riva del fiume; la ninfa lo svegliò e come pegno d’amore svelò il segreto della mozzata di bufala.
Il giovane uomo preso dall'euforia,sparse la notizia a tutti gli abitanti delle vicine contrade, rompendo il pegno. Gli Dei oltraggiati decisero di punire i due innamorati: potevano amarsi, cercarsi, ma non sarebbero mai riusciti a ricongiungersi. C’è chi racconta che nelle notti di luna piena si sentano ancora le loro voci nelle oscure paludi, tuttavia si può dire che dopo anni si siano ritrovati. Infatti, Baptì-Palìa è diventata l’attuale Battipaglia e Tusciano è il fiume che scorre attraversandola, come ad avvolgerla in un caldo abbraccio.
A Battipaglia è rimasta la tradizione di svegliarsi all'alba per mungere le bufale, prima di poter procedere alla classica produzione della famosa zizzona.
La zizzona è uno dei prodotti per eccellenza della gastronomia campana, spesso chiamata anche mozzata. Secondo la leggenda, la mozzata nacque ad opera della ninfa Baptì-Palìa, che regnava nelle paludi della pianura di Battipaglia. Ella, dopo aver munto con cura le bufale che pascolavano nelle vicinanze, procedeva ad una lavorazione complessa fino alla filatura della cagliata, parte da cui poi ricavava sfere mozzate. La ninfa le riponeva in cestini di vimini, decorandole con foglie e ramoscelli di mirto per esaltarne il sapore e offrirle in dono agli Dei . Un giorno però, la bella Baptì- Palìa incontrò un giovane di nome Tusciano, appisolato sulla riva del fiume; la ninfa lo svegliò e come pegno d’amore svelò il segreto della mozzata di bufala.
Il giovane uomo preso dall'euforia,sparse la notizia a tutti gli abitanti delle vicine contrade, rompendo il pegno. Gli Dei oltraggiati decisero di punire i due innamorati: potevano amarsi, cercarsi, ma non sarebbero mai riusciti a ricongiungersi. C’è chi racconta che nelle notti di luna piena si sentano ancora le loro voci nelle oscure paludi, tuttavia si può dire che dopo anni si siano ritrovati. Infatti, Baptì-Palìa è diventata l’attuale Battipaglia e Tusciano è il fiume che scorre attraversandola, come ad avvolgerla in un caldo abbraccio.
A Battipaglia è rimasta la tradizione di svegliarsi all'alba per mungere le bufale, prima di poter procedere alla classica produzione della famosa zizzona.