La pastiera napoletana
Un dolce napoletano tipico del periodo della Pasqua!
Riconosciuto come "prodotto agroalimentare tradizionale campano", insieme al casatiello, è protagonista sulla tavola del pranzo della domenica di Pasqua. La pastiera è una torta di pasta frolla farcita con un impasto a base di ricotta, zucchero, uova, grano bollito nel latte e aromi che, stando alla ricetta classica, sono: cannella, canditi e scorze d'arancia. Le massaie napoletane la preparano solitamente il giovedì santo (quando per cena si mangia la zuppa di cozze) o il giorno seguente, anche se è possibile acquistarla in tutte le pasticcerie della città.
La Pastiera e Partenope - C'è una leggenda che lega la pastiera alla sirena più famosa di Napoli. Il dolce proviene infatti dalle usanze pagane e dalle offerte votive della primavera. Probabilmente la leggenda è legata al culto di Cerere, divinità materna della terra e della fertilità, le cui sacerdotesse usavano portare un uovo in processione. L'uovo è infatti, nell'allegoria classica, simbolo di rinascita, poi ereditato dalla tradizione cristiana. E proprio nei conventi dei vari ordini cristiani, come avvenne per la "Santa Rosa" nel convento di Furore, la ricetta fu perfezionata giungendo a noi così come la conosciamo oggi. Particolarmente famosa divenne la pastiera delle suore del convento di San Gregorio Armeno.
Tornando al legame tra la pastiera e la sirena, la leggenda vuole che gli abitanti della città decisero un bel giorno di ringraziare la sirena dopo aver ascoltato uno dei suoi dolci e melodiosi canti. Per ringraziarla, sette belle fanciulle furono incaricate di consegnarle doni della natura: farina, ricotta, uova, grano, acqua di fiori d'arancio, spezie e zucchero. La sirena consegnò le offerte agli dei che, rimescolando "divinamente" gli ingredienti, li restituirono sotto forma di pastiera. E come per il Casatiello anche la pastiera trova menzione ne La Gatta Cenerentola di Giambattista Basile, una delle fiabe del Pentamerone.
La Pastiera e Partenope - C'è una leggenda che lega la pastiera alla sirena più famosa di Napoli. Il dolce proviene infatti dalle usanze pagane e dalle offerte votive della primavera. Probabilmente la leggenda è legata al culto di Cerere, divinità materna della terra e della fertilità, le cui sacerdotesse usavano portare un uovo in processione. L'uovo è infatti, nell'allegoria classica, simbolo di rinascita, poi ereditato dalla tradizione cristiana. E proprio nei conventi dei vari ordini cristiani, come avvenne per la "Santa Rosa" nel convento di Furore, la ricetta fu perfezionata giungendo a noi così come la conosciamo oggi. Particolarmente famosa divenne la pastiera delle suore del convento di San Gregorio Armeno.
Tornando al legame tra la pastiera e la sirena, la leggenda vuole che gli abitanti della città decisero un bel giorno di ringraziare la sirena dopo aver ascoltato uno dei suoi dolci e melodiosi canti. Per ringraziarla, sette belle fanciulle furono incaricate di consegnarle doni della natura: farina, ricotta, uova, grano, acqua di fiori d'arancio, spezie e zucchero. La sirena consegnò le offerte agli dei che, rimescolando "divinamente" gli ingredienti, li restituirono sotto forma di pastiera. E come per il Casatiello anche la pastiera trova menzione ne La Gatta Cenerentola di Giambattista Basile, una delle fiabe del Pentamerone.