Brucia Strega! Le storie del Liquore Strega

- Il liquore digestivo dal sapore intenso famoso in tutto il mondo
Iside a sua volta era associata per traslazione e somiglianze anche a Diana o Ecate. Divinità legate al culto lunare, femminile e, molte volte profondamente violento cui le donne in ogni epoca tributavano riti, celebrazioni e devozione.
E’ interessante notare come il nome dialettale per indicare “strega” sia “Janara” derivato da “dianara - seguace di Diana”. In epoca medievale, i riti pagani aumentarono di portata, essendo divenuta la città dominio Longobardo. Questo popolo, venerando Wotan, padre degli dei, gli tributarono come sacrificio l’appesa di una pelle di caprone sotto le fronde di un enorme noce nei pressi del fiume Sabato.
Nelle epoche suggestive, l’inasprirsi delle attività portate avanti dalla Santa Inquisizione, alimentarono la leggenda che la città fosse il ritrovo delle streghe di tutto il mondo.
Ma di misterioso il liquore Strega non ha solo la leggenda legata al nome ma anche gli ingredienti, tenuti, comprensibilmente sotto assoluto segreto. Di certo sappiamo solo che lo Strega con il suo tipico colore giallognolo è liquore a base di erbe, dal sapore dolce con tinte di camomilla, noce moscata, conifore e cannella. Ma sono più di 70 le erbe e spezie utilizzate per la distillazione.
Tra queste spezie si conosce l’utilizzo della menta, del finocchio e dello zafferano, che da il colore al liquore. Ultima nota di non poco conto: il più prestigioso premio letterario italiano ancora esistente, il Premio Strega, è stato istituito da Guido Alberti proprietario dell’azienda nel 1947 e da allora ha premiato autori del calibro di Margaret Mazzantini, Umberto Eco e Primo Levi, tra gli altri.
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