Benino il pastore dormiente del presepe
"E gli angeli diedero l’annunzio ai pastori dormienti"
Più che la rappresentazione della Natività, il presepe napoletano si caratterizza come grande allegoria sociale e religiosa. E si arricchisce di storie sepolte e segrete. Come quella del pastore dormiente Benino (o Benito). Tutti lo conoscono, nessuno se lo fa mancare sul presepe eppure non tutti sanno che esiste una leggenda che lo vede protagonista. A dirla tutta, Benino non è poi un gran fedele: vive la sua vita senza particolari affanni, a messa ci va quando gli pare, fa l’elemosina per mettere a posto la coscienza, per poi tornare all'esistenza disinteressata di prima. La premessa era doverosa, passiamo alla leggenda: Benino è li che dorme spensierato, solitamente sul prato, accanto o al di sopra della capanna di Giuseppe e Maria. La leggenda vuole che nessuno lo svegli, che interrompa il suo "sonno": il sonno di Benino va oltre la fisiologica necessità del corpo di riposarsi. E' un sonno "spirituale": una condizione dello spirito di estrema sensibilità e tensione, uno stato, diverso da quello della quotidianità. E qui cascano gli angeli (nel senso letterale della parola): “E gli angeli diedero l’annunzio ai pastori dormienti”, suggeriscono le Sacre Scritture. Allora, al pari del sonno che semplice sonno non è, il risveglio di Benino e dei pastorelli dormienti è molto più di un semplice risveglio, è "rinascita". Un avvento, dunque, che investe tutta l'umanità credente. E se Benino è il pastore del sonno e del risveglio, il suo alter ego è il pastore delle meraviglie. Anche qui la meraviglia è legata alla Nascita e segna il punto di svolta per il pastore, figlio del Signore, che si ridesta e allontana cinismo e indifferenza, in favore dell'amore e della verità.