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Castello di Sammezzano, sogno d'Oriente


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Interni del Castello di Sammezzano

Interni del Castello di Sammezzano

Castello di Sammezzano

 Un luogo unico che celebra la cultura orientale


Il 1868 è l'anno della trasformazione del collegio dei Cinesi in Real Collegio Asiatico, quella che poi diverrà qui a Napoli , la più antica scuola di sinologia e orientalistica del continente europeo: l'Università degli studi di Napoli L'Orientale. Negli stessi anni, sull'ondata dell'entusiasmo verso la cultura orientale, viene edificato nel cuore della Toscana l'unico esempio italiano di architettura orientale mista.

Un castello da mille ed una notte che da fiaba diventa realtà grazie alla visionaria opera del Marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d'Aragona. Il marchese, nato a Firenze nel 1813, sin da giovane età è affascinato ed influenzato dalla corrente Orientalista che permeava la cultura europea di inizio ottocento; cultura tanto cara anche al popolo napoletano che dà vita all'unica facoltà di studi della cultura orientale d'Italia.

Tra il 1843 ed il 1889, Ferdinando, avvalendosi delle sue conoscenze in campo di architettura, fisica, arte e botanica e col solo aiuto di maestranze locali, porta alla realizzazione del castello e del parco di Sammezzano così come lo conosciamo oggi. La struttura ha però origini ben più antiche, compare infatti in epoca romana e nel 780 vi alloggia Carlo Magno di ritorno da Roma. La tenuta passa poi nelle mani di importanti famiglie italiane (Altoviti, Medici) sino alla famiglia Ximenes d'Aragona il cui ultimo erede, Ferdinando, dà vita al "Sogno d'Oriente". Così come l'Università napoletana per gli Studi Orientali, Sammezzano è un esempio unico nel suo genere.

Il maniero, che consta di 65 sale e due facciate monumentali (solare e lunare) è decorato con uno stile moresco-orientale costituito da pregevoli mosaici in ceramica, variopinte armonie geometriche e floreali, suggestivi bassorilievi, cupole, archi, fontane, vetrate che creano affascinanti giochi di luce e colori. Nel contesto delle decorazioni e perfettamente armonizzate con lo stile eclettico del castello, si ritrovano motti in latino, frasi in italiano, note musicali che rappresentano una sorta di testamento spirituale del marchese, uomo di profondo ingegno ed acuto intelletto.

Come se  tutto questo splendore non potesse bastare il castello è inoltre circondato da un parco secolare costituito da sequoie (tra cui la monumentale sequoia gemella) palme, ginepri, querce, aceri e lecci (che danno il nome alla località: Leccio, nel comune di Reggello, in provincia di Firenze).

I fasti del castello però sono ben lontani dalla gloria che meritano e questo a causa di una triste storia di degrado e abbandono, di debiti ed incuria che hanno portato alla definitiva chiusura di questo gioiello architettonico al grande pubblico.
Il comitato FPXA (nato per celebrare l'ingegno del geniale marchese) riesce poche volte all'anno ad organizzare, con il consenso dei proprietari del castello, delle visite guidate gratuite. Partecipare ad una di queste visite però non è affatto semplice poiché ad oggi le persone prenotate per accedere alle visite future sono circa 11.000. Come fare allora?

Il comitato Save Sammezzano, (istituito per la salvaguardia del castello e per tentare di renderlo permanentemente fruibile al pubblico) ha iscritto il bene architettonico alla campagna "i luoghi del cuore" indetta dal FAI per quest'anno. Se anche voi, come noi di eventinapoli, siete rimasti affascinati da questo incredibile maniero e desiderate che abbia una chance di entrare a pieno titolo tra le meraviglie del nostro paese potete contribuire votandolo al censimento FAI.

Confidiamo nel vostro amore per l'arte e nello spirito che da sempre contraddistingue il popolo napoletano: l'apertura verso l'eccellenza e l'unicità artistiche, anche quelle più lontane dal nostro quotidiano.