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Virgilio il mago


| Leggende e tradizione
La cultura esoterica viaggia tra vicoli e sotterranei partenopei
A coprirsi di un alone di mistero perfino Virgilio, considerato un esperto sciamano oltre che un apprezzato scrittore. Per secoli si è infatti diffusa a Napoli la credenza che la città venisse protetta da un’aura magica, quella che Virgilio si guadagnò grazie ad una serie di prodigi. La credenza rivela infatti un "secondo" profilo di Virgilio, dotato di poteri soprannaturali e taumaturgici. La lunga tradizione, come riporta 'Cronaca di Partenope', un testo della metà del XIV secolo di anonimo autore napoletano, il territorio che va dai Campi Flegrei alla città conserva ancora le tracce della sua misteriosa attività.
I prodigi - Virgilio sistemò due teste con funzioni divinatorie nel bel mezzo dell'attuale Forcella, su Porta Nolana; creò un cavallo di metallo, col potere di guarire i cavalli; piantò sul Monte Vergine (originariamente 'Monte di Virgilio') un orto di erbe medicinali e magiche per guarire le malattie dei Napoletani. E tanto altro ancora: a quanto pare si deve a lui la costruzione dei bagni termali di Baia e Pozzuoli e addirittura un erculeo impegno di carattere ingegneristico come la prodigiosa perforazione della ''Crypta Neapolitana'', realizzata secondo altre fonti grazie all'aiuto di alcuni demoni, per velocizzare il traffico di uomini e merci tra Napoli e Pozzuoli.
Le origini del mito - Simili credenze sul poeta latino emersero col tempo grazie all'eccellente ricordo che questi aveva lasciato in terra. Virgilio offriva infatti un comportamento esemplare, che fu brevemente "divinizzato". La buona pratica di vita gli valse l’appellativo di ''parthenias'' 'vergine', immagine che si riflesse anche sulla sua opera: i suoi libri si trasformarono in fonti divinatorie ("sortesvirgilianae" come furono poi dette). La grandezza dei suoi lavori letterari impedì ogni tentativo di classificarle come pagane, e quindi eclissarle, ma al contrario vennero trasmesse e interpretate dalla cultura cristiana, trasformando Virgilio l'oracolo in Virgilio il Profeta: nella IV egloga delle 'Bucoliche', il poeta annuncia la nascita di un ''divino puer'' con caratteri celesti e solari. Il riferimento a Cristo è palese. Ed il contesto di una Chiesa vacillante, debole favorì l'alimentarsi di storie e narrazioni in cui si svelasse la figura del Virgilio mago, protettore, taumaturgo, evocatore di demoni.